Busillo: Avventura iniziata 25 anni fa - Le Cronache Ultimora
Ultimora

Busillo: Avventura iniziata 25 anni fa

Busillo: Avventura iniziata 25 anni fa

Nel nostro interessante viaggio nel mondo della bonifica non potevamo non raccogliere la voce dell’uomo che dirige il Consorzio Destra Sele da molti anni, Vito Busillo. Un colloquio denso e particolarmente lungo che ha chiarito molte cose a chi di bonifica sa nulla o poco. Per ragioni di spazio abbiamo dovuto dividere l’intervista in due parti. Oggi pubblichiamo la prima

 

Presidente, lei è innanzitutto un imprenditore, oltre che un conoscitore esperto del mondo dell’agricoltura, ma in questa sede faremo riferimento alla sola dimensione della bonifica. Se dovesse riassumere in poche parole il senso del lavoro svolto finora, cosa direbbe oggi ai consorziati?

Penso che il lavoro della bonifica sia più che mai attuale. Cominciamo col dire che va inquadrata in quattro momenti principali. Partiamo dalla bonifica idraulica, che implica un’azione strutturale contro i cambiamenti climatici che, sul nostro versante, significano sostanzialmente «bombe d’acqua» alternate a periodi lunghi di siccità. Nella Piana del Sele, con vaste aree sotto il livello del mare, le idrovore di Aversana, Foce Sele e Pontecagnano svolgono un ruolo essenziale allontanando l’acqua in eccesso. La bonifica idraulica, quindi, non solo protegge le imprese agricole ma anche l’intero territorio, prevenendo allagamenti e garantendo la sicurezza delle comunità locali. Con le vasche di accumulo riusciamo a gestire l’acqua nelle 12 ore, che sono i tempi di irrigazione classica senza sperperare neanche un litro del nostro fiume Sele. Questo è un elemento secondo me importantissimo perché ci ha garantito nel 2024 e nel 2023, quando cioè ci sono state le più prolungate siccità degli ultimi 60 anni, di poter dare l’acqua 12 ore su 24 per 360 giorni.

Quando dice “non consumiamo neanche un litro d’acqua” è un modo di dire o va preso alla lettera?

Direi alla lettera e provo a spiegarmi: noi attingiamo l’acqua dal Sele, poi abbiamo un canale che attraversa tutta la Piana e vicino a questo canale abbiamo realizzato le vasche di accumulo cui accennavo. Per capire il concetto basti dire che prima della loro realizzazione l’acqua finiva tutta a mare in automatico, oggi non più. Credo che la cosa faccia la differenza. C’è poi la bonifica irrigua, che è altra cosa rispetto a quella idraulica

Ci spieghi

Significa che, sempre attraverso la realizzazione di vasche di accumulo, il Consorzio garantisce una gestione efficiente dell’acqua, evitando sprechi e assicurando l’irrigazione costante dei terreni agricoli, anche durante i periodi di siccità. Un aspetto distintivo del Consorzio è la capacità di adattare la distribuzione dell’acqua alle esigenze specifiche delle diverse colture. Grazie a una mappatura costante del territorio e alla conoscenza delle tipologie di colture presenti, oggi siamo in grado di prevedere le richieste idriche e di allocare l’acqua in modo mirato. C’è, poi, la bonifica ambientale, una fase mirata a preservare la qualità del suolo e dell’acqua, elementi fondamentali per la produzione di cibo di alta qualità. La qualità dell’acqua è un aspetto particolarmente importante nella Piana del Sele, dove un’elevata concentrazione di aziende agricole richiede un monitoraggio costante per prevenire l’inquinamento. Infine, ultima fase, quella della cosiddetta sostenibilità

Una parola molto in voga da diversi anni, ci dica come il Destra Sele si rapporta a questo tema

In modo molto semplice: il Consorzio ha promosso da tempo l’utilizzo di energie alternative con impianti fotovoltaici e idroelettrici, riducendo la cosiddetta «impronta carbonica» dell’agricoltura e abbattendo i costi energetici per i consorziati. L’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili raggiunge quasi il 60% del consumo totale del Consorzio, un risultato significativo che dimostra l’impegno verso la sostenibilità ambientale.

Il 60% sembra una percentuale piuttosto alta

Assolutamente. Va precisato che, dal punto di vista della differenza del rapporto clima-territorio la Piana del Sele è rimasta ancora legata alle quattro stagioni perché ha un’orografia, una morfologia diverse che consentono di sopportare sbalzi termici nei periodi primaverile, estivo, autunnale e invernale, fasi determinanti per la qualità del territorio. Tutto ciò è legato soprattutto a un fenomeno, chiamiamolo così, unico della Piana

Quale fenomeno?

Quello legato alla luce

La luce?

Sì, la luce che abbiamo sul territorio. Secondo uno studio del CNR nella Piana del Sele c’è una luminosità molto maggiore rispetto ad altre aree della regione e questa è il motivo per cui c’è una forte concentrazione di prodotti di IV gamma in serra, perché, avendo più luminosità, la fotosintesi clorofilliana della pianta aumenta nei periodi invernali, ciò che in altri territori non avviene. Molti ci hanno provato a sfruttare la luminosità ma senza gli stessi risultati

“Molti” chi sarebbero?

Ci hanno provato in Sicilia, in Calabria, in Marocco ma la luminosità che c’è nella Piana del Sele non c’è da nessuna parte. Quindi, possiamo affermare con tranquillità che nella Piana, grazie a questo percorso organizzato dell’irrigazione e della difesa del territorio, abbiamo qualità del suolo e qualità dell’acqua superiori agli altri territori e, di conseguenza, abbiamo anche una qualità migliore dei nostri cibi.

Si parla tanto di costi energetici elevati e lei poco fa ci ha detto che il 60% dei consumi consortili dipendono dalle rinnovabili. Ce lo spiega meglio?

Proviamoci. Come le dicevo, abbiamo un’autoproduzione di energia elettrica da fonti alternative che raggiunge quasi il 60% del consumo grazie ad impianti fotovoltaici realizzati sulle vasche d’acqua; ma abbiamo soprattutto tre impianti idroelettrici che, a mio giudizio, rappresentano la vera sostenibilità della produzione di energia. Infatti mentre il fotovoltaico e l’eolico sono legati al vento e al sole, l’idroelettrico è legato alla disponibilità dell’acqua. Quindi anche di notte tu produci, anzi produci più di notte che di giorno. Giusto per dare qualche numero, nel complesso come Consorzio produciamo circa 8 milioni di KW sulla base di un consumo totale tra 12 e 13 milioni di KW

Ma questo sistema di energie alternative serve all’agricoltura o serve «soltanto» all’ambiente in senso generale?

Direi che serve soprattutto all’agricoltura: in questo modo si abbatte la bolletta, il che è un grande vantaggio dal punto di vista dei costi per i consorziati, che ne beneficiano tutti, voglio dire che non è che ne benefici il consorzio in quanto tale ma ne beneficia il consorziato, tant’è che quest’anno abbiamo ridotto la bolletta di un ulteriore 10% in un percorso iniziato circa 15 anni fa durante il quale abbiamo per tre volte abbassato i costi nella stessa percentuale. Se 10 anni fa pagavamo 100 euro, oggi paghiamo 70 euro. E non mi pare poco. red.econ. (1_continua)