Botta e risposta tra Carpentieri e la Vietri - Le Cronache Ultimora
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Botta e risposta tra Carpentieri e la Vietri

Botta e risposta tra Carpentieri e la Vietri

Le urne per le recenti elezioni Regionali e Comunali, tenutesi il 23 e 24 novembre, hanno lasciato dietro di sé non solo i verdetti ufficiali, ma anche una scia di accuse e veleni che stanno scuotendo le fondamenta del centrodestra campano, in particolare all’interno di Fratelli d’Italia. Protagonisti di questo acceso scontro sono l’ex consigliere regionale Nunzio Carpentieri, la deputata Imma Vietri e il viceministro Edmondo Cirielli. Le recriminazioni, innescate dalla sconfitta elettorale di Carpentieri, hanno rivelato una profonda frattura interna, gettando ombre inquietanti sulle dinamiche di lealtà e coerenza politica nel partito di Giorgia Meloni. L’eco della débâcle è risuonata per la prima volta con il lungo e amaro sfogo social di Nunzio Carpentieri, intitolato “ABBIAMO PERSO, MA CON ONORE”. Pur non essendo riuscito a riconquistare il seggio in Consiglio regionale, Carpentieri ha incassato l’enorme cifra di 12.707 voti di preferenza, un numero che ha voluto sottolineare come segno tangibile dell’affetto e della stima dei cittadini e del riconoscimento del suo lavoro pluriennale sul territorio. Tuttavia, questa massa di consensi non è stata sufficiente. L’ex consigliere ha puntato il dito in modo inequivocabile contro i “vertici territoriali”, del suo stesso partito e alcuni “autorevoli rappresentanti delle istituzioni”, accusandoli di aver compiuto una “scelta chiara e netta”: abbandonare chi, come lui, aveva rappresentato il partito con “coerenza e lealtà” per convergere con tutte le forze su un altro candidato. Carpentieri ha definito questa decisione “legittima ma che, inutile negarlo, mi amareggia profondamente”, poiché guidata da una “logica perversa”, che ha ignorato qualsiasi valutazione di merito o di metodo. Ha ribadito di non avere nulla da rimproverarsi, se non forse l’eccessiva correttezza e lealtà, concludendo il suo messaggio con un tono da sconfitto dignitoso: “abbiamo perso sì, ma con onore”. La replica non si è fatta attendere ed è giunta con la veemenza di un colpo di maglio per mano dell’onorevole Imma Vietri, che ha immediatamente contestato la bandiera dell’onore sventolata da Carpentieri, definendola una “parola impegnativa”, da usare “con misura”. La deputata ha smontato pezzo per pezzo la narrazione vittimistica dell’ex collega, portando alla luce fatti che, a suo dire, spiegherebbero non solo la sconfitta, ma anche le tensioni interne. Il primo punto dolente sollevato dalla Vietri riguarda la mancata crescita del partito: “in questi cinque anni non hai portato un solo consigliere comunale ad aderire a Fratelli d’Italia”, ha tuonato, accusando Carpentieri di essersi adoperato, al contrario, per attrarre “dalla tua ‘parte'”, persone che altri avevano convinto ad aderire. Questo comportamento, secondo la Vietri, minerebbe la lealtà verso la struttura di partito. Ma l’accusa più pesante lanciata dalla deputata riguarda una specifica sconfitta amministrativa, definita come la “causa principale della tua sconfitta”: la perdita del comune di Sant’Egidio in favore del Partito Democratico. Un’amministrazione comunale che, ironia della sorte, era stata guidata proprio da Carpentieri. La Vietri ha bollato questa caduta come una “responsabilità politica che pesa più di qualsiasi polemica”. Inoltre, la deputata ha demolito la tesi dell’abbandono da parte del partito, ricordando a Carpentieri di essere entrato in Consiglio regionale grazie proprio alla lista di Fratelli d’Italia e, esplicitamente, anche grazie ai suoi stessi voti. Da quel momento, tuttavia, la Vietri ha lamentato la totale assenza di un “dovere politico di rendere conto al Partito del tuo operato”, citando decisioni su “scelte amministrative, […] consulenze, […] gestione della tua segreteria”, nella quale l’ex consigliere avrebbe mantenuto persone non iscritte al partito, difendendo tale assetto senza confronto alcuno con la segreteria territoriale. In sintesi, il lamento sui voti da parte di Carpentieri è stato liquidato come un tentativo di “cercare colpe altrove”, di fronte a un “voto democratico”, che va accettato. La chiosa dell’intervento della Vietri si è concentrata sul ruolo del viceministro Cirielli, introducendo l’elemento più politicamente sensibile della contesa. La deputata ha evidenziato un “dato che non puoi eludere”: Sant’Egidio è risultato essere “l’unico comune della provincia in cui il viceministro Cirielli ha preso meno voti delle liste”, chiedendo a Carpentieri una spiegazione e lasciando intendere la diffusa “sospetto”, che l’ex consigliere non avesse fornito il sostegno dovuto a uno dei massimi esponenti campani del partito. A rendere più chiara la situazione su Sant’Egidio è intervenuto direttamente il viceministro Edmondo Cirielli con un post laconico ma estremamente significativo sul suo profilo Facebook, corredato da un’immagine che mette in risalto proprio il dato elettorale contestato. Il post del viceministro non è una replica diretta al post di Carpentieri, ma agisce da pesante conferma della tesi sollevata dalla Vietri. Cirielli definisce Sant’Egidio l’unico comune della Provincia di Salerno dove è finito “sotto le liste del Centrodestra”. Con un’analisi storica, ha ricordato che questo era il comune dove era stato eletto un sindaco di Forza Italia poi diventato “consigliere regionale di ‘opposizione'”, il quale, senza nominarlo ma riferendosi in modo trasparente, avrebbe fatto eleggere “al suo posto un sindaco del Pd legato a De Luca”. Il viceministro ha esplicitamente parlato di “cinque anni silenzi che hanno fatto rumore”, e ha etichettato la situazione come “la controprova dell’inciucio”, concludendo con l’ironica e tagliente battuta: “ma giustizia è fatta”. L’immagine allegata al post di Cirielli, uno screenshot dei risultati elettorali, mostra inequivocabilmente i dati: Cirielli Presidente (il candidato del centrodestra) ha raccolto a Sant’Egidio un totale di 2.225 voti, pari al 59,54\% mentre la somma totale delle liste che lo sostenevano ammonta a 2.182 voti, equivalenti al 61,19\%. La discrepanza, sebbene in termini di valori assoluti sia contenuta, evidenzia il fatto politicamente rilevante: il candidato presidente del centrodestra ha ottenuto meno voti delle liste, un’anomalia statistica che, in un contesto politico così polarizzato, viene interpretata come la prova di un sostegno non compatto, o addirittura di un voto disgiunto di protesta o di sabotaggio interno. La triplice dichiarazione di guerra politica – lo sfogo amaro di Carpentieri, la durissima accusa della Vietri e la criptica ma definitiva sentenza di Cirielli – traccia il quadro di un centrodestra campano in tumulto. Le parole di Carpentieri sull’onore e la lealtà si scontrano con le accuse di personalismo e infedeltà al partito mosse da Vietri, il tutto con la storica sconfitta di Sant’Egidio a fare da inevitabile e gravoso sfondo politico. La narrazione di Carpentieri di una sconfitta onorevole è stata trasformata dai suoi stessi compagni di partito nell’emblema di una responsabilità politica non assunta, minacciando di ripercuotersi sulla stabilità e sulla coesione della coalizione in Campania. Le “valutazioni che questa scelta inevitabilmente comporta”, a cui Carpentieri ha accennato nel suo post, potrebbero ora tradursi in un esodo o in una profonda riorganizzazione degli equilibri di potere all’interno di Fratelli d’Italia. La contesa, iniziata come un semplice resoconto post-elettorale, è rapidamente degenerata in uno scontro politico aperto che rischia di avere conseguenze durature sul futuro assetto del centrodestra nella regione.