
di Erika Noschese
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Caserta sui fondi illeciti ottenuti dall’Op Alma Seges di Eboli ha avuto inizio nel 2021, su segnalazione della Guardia di Finanza di Mondragone, che ha depositato un’annotazione presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per far luce sulla Sviluppo Bianchino Srl. L’indagine si è concentrata, in particolare, sui rapporti tra questa società e le ditte individuali Casetta Rossa di Bianchino Concetta, Bianchino Iolanda, Bianchino Alessandra, Bianchino Antonio, Ape Regina di Migliore Rosa, La Coccinella di Hesse Angelika e Sviluppo Agricolo Bianchino, in relazione alla Op Alma Seges società cooperativa. Lo scopo delle organizzazioni di produttori, in generale, è quello di incrementare la produttività dell’agricoltura e garantire un tenore di vita equo alla popolazione agricola, attraverso la stabilizzazione dei mercati e la sicurezza degli approvvigionamenti, oltre a prezzi ragionevoli per i consumatori. Le organizzazioni di produttori hanno compiti ben definiti per raggiungere i loro obiettivi, tra cui il potenziamento della competitività, l’orientamento al mercato, la riduzione delle fluttuazioni del reddito, l’aumento del consumo di ortofrutticoli e la protezione dell’ambiente. Per conseguire questi risultati, è necessario accedere a fondi europei e regionali, come nel caso della società ebolitana. Per ottenere i finanziamenti, le organizzazioni devono presentare una domanda alla Regione di competenza, allegando la documentazione richiesta e rispettando requisiti specifici, tra cui un numero minimo di soci produttori e un valore minimo della produzione commercializzabile. La normativa vigente impone alle Op nazionali di occuparsi della commercializzazione dei prodotti e, soprattutto, della produzione dei produttori aderenti. Proprio sul rispetto delle normative si sarebbe verificata la violazione da parte della società cooperativa Alma Seges. Secondo quanto emerso dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Caserta, la Op non operava effettivamente come tale, limitandosi a svolgere solo attività accessorie. Sebbene la documentazione risultasse formalmente in regola, una serie di omissioni avrebbe portato alla contestazione dell’illecito, secondo le indagini della Procura. Stando a quanto emerso dall’attività investigativa, condotta dal 2016 al 2022, le ditte della famiglia Bianchino effettuavano cessioni di prodotti ortofrutticoli alla Alma Seges, che a sua volta cedeva identiche quantità di prodotti, allo stesso prezzo, alla Sviluppo Agricolo Bianchino Srl. Tuttavia, questi prodotti non transitavano mai per i magazzini della Op, ma venivano direttamente trasferiti tramite la società Bianchino. Alma Seges si limitava esclusivamente alla fatturazione, agendo da intermediario tra le piccole attività di produzione ortofrutticola e la società, senza effettuare alcuna verifica sulla merce venduta o acquistata. Per la società ebolitana, occuparsi della fatturazione era fondamentale per ottenere i finanziamenti della Regione Campania, garantendosi così un contributo economico pari al 50% della spesa fatturata dai singoli produttori agricoli. Tale importo veniva successivamente redistribuito tra i produttori stessi, mentre la cooperativa tratteneva il 10% per spese varie, tra cui consulenze, agronomi e manifestazioni. La società Bianchino era già stata attenzionata dall’Agenzia delle Entrate nel 2015, a seguito di riscontri su criticità nelle operazioni di acquisto e vendita tra la famiglia Bianchino e Alma Seges. Quest’ultima risultava interposta tra le ditte individuali e la Sviluppo Agricolo Bianchino Srl, società commerciale operante nel commercio all’ingrosso di frutta e verdura. La situazione appariva anomala per via della complementarietà tra le attività svolte dalle ditte individuali e quelle della Sviluppo Agricolo, oltre ai legami familiari tra titolari, soci e amministratori. Infatti, esisteva una rete di rapporti tra fratelli, coniugi e cugini, con tutte le ditte riconducibili alla famiglia Bianchino. Nell’ordinanza si legge chiaramente di una “forte promiscuità nella gestione dell’attività imprenditoriale, svolta dall’intero nucleo familiare”. La Sviluppo Agricolo si occupava del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi e, pur non disponendo di terreni di proprietà, dichiarava di esercitare attività produttiva e di raccolta durante tutto l’anno, in base ai diversi tempi di maturazione dei prodotti. Dai controlli effettuati presso l’Inps di Caserta, è emerso che, dal 2016, la società aveva proceduto ad assunzioni congiunte in agricoltura di numerosi lavoratori legati alla famiglia, gestendo direttamente le ditte individuali. In aggiunta, presso la sede della Sviluppo Agricolo risultavano presenti carte di credito intestate ai familiari a capo delle ditte individuali, nonché documentazione relativa ai conti bancari. Diversamente, presso le sedi delle ditte individuali non si riscontrava alcuna documentazione contabile o extra-contabile. A conferma degli illeciti commessi le dichiarazioni di un’impiegata amministrativa della Alma Seges che ha confermato come la Op si occupava esclusivamente della fatturazione per conto delle imprese individuali mentre queste provvedevano direttamente e in autonomia a contattare i clienti finali, definire il prezzo di vendita, la quantità e la modalità di trasporto senza alcun controllo da parte della Op che si limitava a bonificare le somme dopo averle ricevute dai clienti. Per quanto riguarda i pagamenti ai soci dei prodotti venduti, l’Alma Seges procedeva a bonificare le somme dopo averle ricevute dai clienti, mentre lo Sviluppo Agricolo attendeva i pagamenti della Op per il pagamento alle ditte individuali. Emblematica è la circostanza per cui Alma Seges non aveva alcuna contezza della merce ceduta per suo conto dalle imprese della famiglia Bianchino. Secondo la teste, infatti, queste ultime si gestivano in totale autonomia, occupandosi direttamente del trasporto, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti conferiti tramite Alma Seges. Quest’ultima veniva a conoscenza delle operazioni di vendita degli associati solo al momento della ricezione dei documenti di trasporto.Inoltre, la Op non ha mai avuto contatti diretti con i titolari delle ditte individuali.