A qualche giorno dalla notizia dell’assoluzione per il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, imputato di voto di scambio politico-mafioso, il primo cittadino ha incontrato questa mattina i giornalisti per parlare della sua vicenda giudiziaria. Per i giudici “il fatto non sussiste”. Assolti con formula piena anche tutti gli altri imputati, tra cui la moglie di Aliberti, l’ex consigliere regionale della Campania, Monica Paolino, e il fratello del primo cittadino, Nello Aliberti. Accompagnato dai suoi avvocati Silverio Sica e Giuseppe Pepe, Aliberti ha detto: “Il ringraziamento più grande lo faccio ai miei avvocati. Sono stati dieci anni difficili sotto l’aspetto umano. Dieci anni che bisogna cancellare assolutamente. Per capire il dramma che si è vissuto, ripercorro quei giorni, il carcere a SALERNO, e poi il fuori regione a Roccaraso, l’essere stato in un reparto di psichiatria perché pensavano volessi suicidarmi ma non era affatto vero, prendevo solo farmaci per dormire, il carcere a Sulmona con aggravamento della pena, poi di nuovo al carcere di SALERNO, poi fuori regione in Calabria. Vengo liberato il giorno dopo le elezioni amministrative del 2019. Tutta questa storia l’ha vissuta la mia famiglia, mia moglie in primis e i miei figli che venivano in carcere ed erano gli unici che potevano parlare con me. Portare le manette ai polsi per andare in tribunale, non avere neanche la possibilità di essere ascoltato, ora mi sento confuso e ancora di più addolorato perché dopo una sentenza di questo tipo, dopo una vicenda processuale di questo tipo, la stanchezza si fa sentire. I miei avvocati hanno dimostrato anche di avere coraggio, dall’inizio alla fine mi hanno accompagnato in questa battaglia di verità e coraggio”.
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