“Accogliamo con favore i risultati del Rapporto Ismea 2025, che restituisce un quadro complessivamente positivo per il nostro agroalimentare. I dati sul valore della produzione e sul contributo al PIL indicano un settore che continua a essere una colonna portante dell’intero sistema produttivo ed economico italiano. Non possiamo però dimenticare – sottolinea Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro – che questi risultati sono merito esclusivo degli agricoltori, della loro professionalità e del loro lavoro quotidiano, spesso svolto in condizioni difficili. E proprio per questo è necessario guardare anche alle criticità che il settore sta attraversando. Rimane innanzitutto aperta la questione delle aziende non orientate all’export, che rappresentano una parte fondamentale della nostra agricoltura e che devono essere sostenute con strumenti efficaci per valorizzare e commercializzare i propri prodotti sul mercato interno. A ciò si aggiunge una delle sfide più urgenti e meno affrontate sinora: il problema del ricambio generazionale. L’assenza di prospettive chiare per i giovani agricoltori e le difficoltà di accesso al lavoro agricolo creano incertezza e minano il futuro stesso del settore primario. Siamo inoltre in un contesto economico delicato e complesso, condizionato non soltanto dalle politiche commerciali internazionali, dai dazi e dagli accordi, ma anche dagli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico, che sta compromettendo la stabilità delle rese e aumentando l’incertezza produttiva. Per questo – prosegue Tiso – se da un lato il rapporto Ismea pare descrivere un settore florido, resiliente e in sviluppo, dall’altro non si può ignorare ciò che accade realmente nelle campagne: la redditività insufficiente dei piccoli e medi produttori, le difficoltà di accesso e posizionamento sui mercati, i costi di produzione elevati che continuano a erodere i margini delle imprese agricole. È fondamentale che le istituzioni prestino maggiore attenzione al modo in cui vengono raccontati e interpretati i dati, tenendo conto di tutte le variabili che incidono sulla vita delle aziende agricole. Solo così sarà possibile costruire politiche realmente utili per sostenere il comparto primario e garantire un futuro sostenibile all’agricoltura italiana”, chiosa il presidente Confeuro.
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