La Cina e’ ormai diventata “concorrente, partner e avversaria” dell’Europa, innegabilmente “un nuovo dato” con cui fare i conti sulla scena globale, e a Bruxelles. Per questo per far fronte alla “rivale sistemica”, come l’ha definita il presidente francese Emmanuel Macron , i leader Ue a partire proprio dalla Francia cercano di far serrare i ranghi ai 27 e trovare una voce unica con cui porsi davanti a Pechino. A partire dall’entrata in vigore il primo aprile dello scudo sugli investimenti strategici – che, fosse gia’ stato operativo, avrebbe coperto l’83% delle operazioni cinesi in Europa nel 2018 – e dalla decisione di rilanciare le misure per la reciprocita’ di accesso agli appalti pubblici, arenate dal 2012. Oltre alle raccomandazioni sulla sicurezza del 5G attese per martedi’. L’obiettivo, in vista del vertice bilaterale Ue-Cina del 9 aprile, e’ infatti quello di ottenere “reciprocita’”, parola chiave sottolineata dalla cancelliera Angela Merkel che ha tenuto pero’ a smorzare le tensioni, alimentate dalle dichiarazioni di Macron , sull’accordo tra Italia e Cina sulla nuova Via della Seta. “Il premier Conte ci ha aggiornato” e “per quanto ci ha spiegato non ho trovato critiche da fare”, ha affermato la leader tedesca. “Siamo rimasti che ci aggiorneremo” sia con Merkel che con Macron , ha quindi assicurato Conte, sottolineando il “grande contributo” dell’Italia alla definizione dei rapporti dell’Europa con il Dragone proprio grazie al memorandum. Le relazioni Ue-Cina hanno infatti occupato buona parte delle discussioni della seconda giornata di lavori del vertice Ue, dopo essere slittate di un giorno a causa del protrarsi dei negoziati sulla Brexit. Il messaggio che sia il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker sia del Consiglio europeo Donald Tusk hanno voluto far passare, spalleggiati soprattutto da Macron e in parte da Merkel, e’ che nonostante le fisiologiche differenze di vedute serve “unita’” da parte dei 27 anche sulla Cina, sulla falsariga di quanto avvenuto per la Russia e gli Usa. In gioco, infatti, c’e’ l’evoluzione del nuovo ordine mondiale, dove dominano Pechino e Washington ma in cui l’Unione europea potrebbe porsi come terzo polo se riuscisse a giocare la sua partita in modo compatto. “Il tempo dell’ingenuita’ europea e’ finito”, ha avvertito Macron , che ha convocato un mini summit martedi’ a Parigi con Merkel e Juncker per incontrare il presidente cinese Xi Jinping, una sorta di ‘galoppo di prova’ del bilaterale con l’Ue, ha chiosato il presidente della Commissione. Bruxelles intanto non perde tempo e ha gia’ presentato dieci azioni concrete per “riequilibrare” le relazioni euroasiatiche, mentre sta lavorando alle raccomandazioni sul 5G, dove Berlino ha gia’ mostrato la sua contrarieta’ alle pressioni Usa per bandire tout court il gigante cinese Huawei dagli appalti. E, nella bozza di dichiarazione congiunta in fase di negoziato con Pechino vista dall’ANSA, l’Ue punta anche ad accelerare per chiudere l’accordo quadro bilaterale sugli investimenti “nel 2020” con un “meccanismo di monitoraggio politico”, riequilibrare l’apertura dei rispettivi mercati con un accordo sulle priorita’ gia’ “entro l’estate” (proprieta’ intellettuale, cyber-sicurezza, farmaci e cosi’ via), e “rafforzare la cooperazione” sul cyber-spazio, con “regole per un comportamento responsabile dello Stato”. Avere una posizione comune Ue, pero’, ha evidenziato il Lussemburgo che sta negoziando un memorandum con Pechino come l’Italia, non vuol dire abdicare alle legittime “relazioni bilaterali, dove ci sono dossier di competenza nazionale”.
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