«La sinistra salernitana riparte del non voto per il Presidente della Provincia e invita a guardare avanti». Ad annunciarlo sono: Città in comune, L’altra Europa, Partito della Rifondazione Comunista e Partito comunista italiano. «L’elezione di secondo grado, che non consente al popolo di esprimere i propri orientamenti – scrivono – costituisce la negazione stessa della democrazia, soprattutto in un contesto in cui la rete consolidata di potere costruita dal Governatore Vincenzo De Luca, non consente alcuna forma di confronto né fra le forze politiche né tantomeno all’interno dello stesso Partito Democratico, i cui militanti e amministratori hanno subito l’imposizione della candidatura di Michele Strianese, che si propone in continuità con l’esperienza precedente. L’Amministrazione a guida Canfora ha sistematicamente negato i diritti dei cittadini, a partire dalla insulsa gestione della manutenzione dei plessi scolastici, più volte oggetto di manifestazioni di protesta, culminate nell’occupazione stessa della Provincia, da parte della sinistra studentesca (per non parlare della drammatica condizione delle strade provinciali, dell’assoluta assenza sui fronti delle politiche attive del lavoro, del riordino urbanistico, della cultura, della tutela ambientale, dell’assistenza ai piccoli comuni, ecc.). La Sinistra salernitana proseguono – è chiaramente alternativa alla destra razzista e classista, che ha espresso la candidatura di Roberto Monaco e che ha proposto la antica e nobile città di Campagna quale “Pontida del Sud”. Ma con la stessa chiarezza è alternativa alla politica, sostanzialmente ispirata agli stessi inaccettabili valori, portata avanti dal Governatore De Luca. Per queste ragioni, ritiene che la partecipazione al voto provinciale del prossimo 31 ottobre non solo sancirebbe una inaccettabile continuità amministrativa con la gestione Canfora, quanto consoliderebbe un feudo deluchiano, che invece va delegittimato attraverso una drastica riduzione nell’afflusso alle urne, come primo e forte segnale della fine della stagione politica del deluchismo».
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