Dal sogno della salvezza al baratro. Il passo per il Cstp potrebbe essere breve, molto breve. La Provincia di Salerno mette le mani avanti e con una nota inviata lo scorso 18 gennaio agli uffici di piazza Luciani rischia di compromettere tutto il lavoro svolto per portare alla salvezza la società che gestisce il trasporto pubblico di Salerno e provincia. La nota con numero di protocollo 17421 è una vera e propria mazzata: l’ente di palazzo Sant’Agostino chiede all’azienda la bozza del contratto di servizio per il biennio 2013-2014. Ma le condizioni che pone sono significative. Basti pensare che la nota si conclude con queste parole: «si chiede la stesura di una bozza di contratto di servizio che recapisca le risultanze del documento di programmazione, incluse quelle relative agli investimenti, da sottoporre al Consiglio provinciale. L’approvazione del contratto di servizio da parte del Consiglio sarà condizione indispensabile per la partecipazione della Provincia al ripiano delle perdite e alla parziale ricostituzione del capitale sociale». Cosa significa questo? Che la Provincia ricapitalizzarà il Cstp solo se la bozza di contratto di servizio prevederà il taglio del 10% e gli investimenti saranno sostenibili dalle casse di palazzo Sant’Agostino. Già, perché le “risultanze del documento di programmazione” sono in sostanza due e sono belle pesanti. Nella nota, firmata dal direttore generale della Provincia, Francesco Fasolino, dalla dirigente del settore finanziario, Marina Fronda e da una funzionaria dell’ufficio partecipate, si legge: «Si chiedono le ragioni dell’aumento della voce “corrispettivi da contratto di servizio” che passano da 26 milioni e 900mila euro nel 2012 a 27 milioni e 700 mila euro nel 2013 e 2014. La Provincia, infatti, non si è mai impegnata ad aumentare i corrispettivi di servizio; anzi, si sta valutanto il taglio del 10% a titolo Iva sul contributo regionale al fine di garantire la salvaguardia dell’equilibrio di bilancio». Insomma, di aumento di corrispettivi manco a parlarne. Anzi, con la loro delibera 339 “non attuativa” la Provincia è pronta a tagliare un milione e 800 mila euro al Cstp. Veniamo alla seconda richiesta: «Considerato – si legge ancora – che sono consentiti trasferimenti alle società in perdita per tre esercizi consecutivi solo a fronte di contratti di servizio relativi allo svolgimento di servizi di pubblico interesse che prevedano la realizzazione di investimenti, si chiede di conoscere quali siano gli investimenti programmati nell’arco temporale di riferimento del piano industriale, specificando quale sia la tempistica per la realizzazione degli stessi e l’impatto in termini economico-finanziari». Se tutto ciò non sarà contemplato nella bozza, il Cstp potrà dire addio alla ricapitalizzazione da parte della Provincia. La data, però, per il versamento delle quote resta quella del 16 febbraio. Dunque i tempi per tutto questo sarebbero estremamente ristretti. Ora, probabilmente, si comprende anche una dichiarazione che l’assessore provinciale Luigi Napoli rilasciò qualche tempo fa, quando affermò che «se il Cstp fallirà a causa nostra, ce ne assumeremo le responsabilità». Sembra che ce la stiano mettendo proprio tutta per farlo.
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