di Andrea Pellegrino
Tutti contro tutti. Gli equilibri ormai sono saltati all’interno ed all’esterno delle coalizioni e per la Campania si rischia il caos più completo. La partita è apertissima e ci gioca su più fronti, con falle aperte da Forza Italia fino al Pd. La cronaca dell’intensa giornata politica parte con le dichiarazioni di Nunzia De Girolamo (Ncd) ormai in rotta con il leader nazionale del suo partito Angelino Alfano, dopo il sostegno a Mattarella. «Non ad alleanze a macchia di leopardo», avverte la De Girolamo che lancia messaggi a destra e sinistra. «Sono favorevole ad una ricostruzione del centrodestra (quindi con Caldoro), ma chiedo dignità per il centrodestra», dice l’ex ministro che poi traccia la linea: «Confronto interno, basta falsità e poi confronto con Renzi. Non possiamo fare gli alleati a comando. E ciò avrà ripercussioni territoriali e dunque sulle competizioni regionali». A seguire è Gioacchino Alfano, coordinatore regionale di Ncd che sbarra la strada· «Se Caldoro e Forza Italia imbarcheranno la lista Salvini, noi non ci saremo». Più restrittivo il senatore salernitano Peppe Esposito (coordinatore di Ncd salernitano): «Con Caldoro solo se non ci saranno i leghisti», poi a sinistra dice: «No ad alleanze con i comunisti». A Roma il chiarimento dovrebbe essere imminente: in pratica, secondo indiscrezioni, a Renzi toccherà la prima mossa verso il Nuovo centrodestra. A rischio oltre le alleanze ci sarebbe lo stesso Governo, con parte degli esponenti di Ncd pronti allo strappo con il Pd. Se così fosse non si esclude neppure una corsa solitaria del Nuovo Centrodestra in Campania, semmai proprio sotto la guida di Nunzia De Girolamo.
Non va meglio in Forza Italia, dove la tensione è alle stelle. Sotto assedio ci sarebbero tutti i vertici del partito: da Domenico De Siano fino a Mara Carfagna. La battaglia è targata Fitto e qui in Campania la pattuglia è guidata dalla senatrice salernitana Eva Longo che sarebbe tra coloro che hanno sostenuto Mattarella al quarto scrutinio, abbandonando la linea sancita dal Cavaliere. Dalla sua il coordinatore regionale azzurro rilancia Caldoro: «L’esperienza è stata positiva. Sono stati cinque anni che hanno portato al risanamento di questa regione». Quanto alle fibrillazioni De Siano glissa: «Sono fisiologiche, ci sono problemi ma non sono sostanziali». E sulla scrivania del numero uno azzurro ci sarebbero già due nomi per la guida della lista per il Consiglio regionale: la riproposizione di Mara Carfagna o la discesa in campo di Renato Brunetta, fino ad ora alla presidenza della Fondazione Ravello. Intanto alcuni esponenti campani starebbero in uscita: è il caso di Paola Raia, ex cosentiniana che avrebbe allacciato rapporti con il Partito democratico.
L’incognita primarie tiene sulle spine i candidati e i dirigenti del Partito democratico. Anche loro attendono risposte romane, ed in particolare da Matteo Renzi. Marco Di Lello – tra i candidati alle primarie del 22 febbraio – chiude ad ogni accordo con de Magistris e con Ncd: «Cosa penso di Ncd e Area popolare? Io sto con la Lorenzin, in Campania chi sta in Giunta con Caldoro non può essere un pezzo di coalizione di centrosinistra». Sugli avversari, invece, il parlamentare socialista dice: «Migliore? Fino ad ora non ha ufficializzato nulla. De Luca? Se non riusciamo a modificare il testo di legge e le cose restano come sono, potrebbe esserci un problema, se si candida una persona che poi per legge non può ricoprire il ruolo da presidente della Regione, ma non sarò io a porre una pregiudiziale per la sua candidatura, mi affido al suo senso di responsabilità». Da Cozzolino, invece, l’appello al chiarimento: «La logica dei veti incrociati: del ‘tu no’ è profondamente distruttiva. Abbiamo da tempo proposto di cambiare strada, purtroppo del tutto inascoltati. Adesso viene tirato fuori il tema: decide Roma. Ora occorre uno scatto di orgoglio e di capacità decisionale in autonomia ma in un serrato confronto con il nazionale. La convocazione di una direzione regionale con la partecipazione del nazionale entro questa settimana ci appare indispensabile, per mettere la parola fine su una vicenda che sta facendo male non solo al Pd ma a tutta la Campania, poiché ne lede profondamente l’immagine».