di Andrea Pellegrino «Se qualcuno pensa che una vicenda come quella che sto vivendo possa concludersi in maniera burocratica, e mi riferisco anche a qualcuno del Pd, con un saluto e una stretta di mano se lo tolga dalla testa». Vincenzo De Luca ieri pomeriggio ha raggruppato le truppe nell’aula consiliare del Comune di Salerno. Un momento per ribadire la sua corsa, pur nella consapevolezza che la strada è abbastanza in salita. Tant’è che commentando la sentenza – con la condanna ad un anno per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sul Termovalorizzatore – e quindi l’applicazione della legge Severino confessa: «Mi è consentito candidarmi ma poi se eletto sarei sospendo e dovrei fare anche in questo caso il ricorso al Tar». Ma nonostante tutto il sindaco di Salerno tra gli applausi annuncia: «Non arretro di un millimetro». Nonostante lo stop che avrebbe acquisito nelle ultime ore da Roma a scendere giù. Il nervosismo si taglia a fette nelle aree dell’aula consiliare dove trovano spazio gli addetti ai lavori o i suoi più stretti collaboratori. Tra di loro la preoccupazione di uno strappo e di una resa dei conti è quanto mai elevata. Così come il timore che la sospensione del sindaco di Salerno possa precludergli definitivamente la strada per Santa Lucia. Dallo scranno più alto Vincenzo De Luca tiene per più di un’ora il suo comizio elettorale. Con un profilo abbastanza basso, quasi inaspettato rispetto a quanto accaduto. Il disco è lo stesso, il programma per le Regionali, la sburocratizzazione e così via. Nulla di nuovo sotto il sole, ad eccezione di un attacco alla magistratura. «Un tempo avevo fiducia e rispetto della magistratura – dice De Luca – ora ho fiducia e rispetto di quella parte della magistratura che rispetta che leggi». Poi ancora sul reato: «Qualche ‘squinternato’ ipotizzava di accusare me di peculato. Ha sbagliato. Ora voglio conoscere una sola persona perbene che non si è indignata davanti a questa sentenza». «Mi accusano e mi condannano – dice De Luca – perché ho utilizzato il termine di project manager invece di coordinatore». Ma ancora rincara il sindaco puntando il dito contro l’autorità giudiziaria: «Bisogna ristabilire il rapporto tra giustizia ed essere umani. La giustizia non può essere indifferente rispetto alla vita di un essere umano che ha dedicato se stesso ad un comunità». Poi l’attacco al Pd ed ai suoi gruppi dirigenti. «La mia vicenda deve diventare un punto di svolta nel modo di essere nel Pd ma più in generale nell’acquisizione di una civiltà democratica, istituzionale, giuridica che è saltata nel Paese. Questa vicenda deve diventare simbolo dell’Italia e farò di tutto affinché si discuta ampiamente e si accendano i riflettori su ogni aspetto di questa vicenda». Ma per il sindaco occorre rivedere i gruppi dirigenti. «Non accetto qualche burocrate che mette davanti la politica alle persone. Non accetto giochi di correnti e lobby. Sono per le persone libere». E non risparmia neppure Letta quando parla del suo incarico di governo. «C’è ancora un procedimento in corso e riguarda l’incompatibilità ai tempi del governo Letta. In un altro paese si sarebbe concluso con la cessazione della materia del contendere. Qui no. Nonostante abbiamo dimostrato che l’incarico di viceministro non si è mai perfezionato, perché non c’è mai stata l’attribuzione delle deleghe. Questo non per responsabilità del ministro Lupi che altro non ha fatto che il proprio lavoro ma per responsabilità del premier Letta che non ha imposto il rispetto delle regole, così come l’intero gruppo dirigente nazionale e regionale del Partito democratico che ha avuto la forza di difendere l’unico esponente all’interno del governo del Pd del mezzogiorno». Il piano di lavoro non cambia, ha annunciato, dunque, il sindaco. Compreso al Comune di Salerno, dove il primo cittadino mercoledì mattina ha rimodulato la sua giunta nominando un nuovo vicesindaco. «Ma io sarò sempre qui. Abbiamo grandi opere da concludere nei prossimi mesi. Anche come consulente a titolo gratuito sarò qui. Non temete».
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