Neanche la sanità privata a Eboli trova pace. In una nota fatta pubblicare nei giorni scorsi agli organi stampa, la sezione ebolitana del PCI ha voluto rilasciare le sue allarmanti preoccupazioni sulle ultime notizie uscite fuori dal Campolongo Hospital, struttura di eccellenza nel campo della chirurgia ortopedica e della riabilitazione. La casa di cura ebolitana nacque nel lontano agosto del 1957 per mano di un gruppo di quindici professionisti ed imprenditori, in maggioranza triestini e per lo più medici. I fondatori avevano chiaro l’oggetto dell’impresa, quello di creare un centro all’avanguardia nell’attività riabilitativa e ortopedica, divenuta poi difatti un centro d’eccellenza italiano per la protesizzazione ortopedica di anca, ginocchio, spalla e caviglia e per la riabilitazione delle patologie neurologiche centrali e periferiche, di quelle ortopediche, reumatologiche ed infiammatorie, respiratorie, vascolari e cardiologiche. La struttura nacque quando nel periodo postbellico, il prof. Mezzari, lasciata la sua attività presso l’ospedale di Valdoltra ad Ancarano, cittadina istriana passata sotto la giurisdizione Jugoslava, venne a conoscenza che uno dei suoi aiuti di allora, il prof. Giuseppe Corsi, era divenuto primario di ortopedia degli O.O.R.R.I. di Salerno, dove aveva avuto la possibilità di conoscere la realtà locale, le esigenze e le potenzialità di un’area in via di sviluppo. Conoscendo le intenzioni del gruppo triestino, ed avendo riscontrato che in quel territorio del salernitano esistevano le possibilità per l’avviamento di un’iniziativa nel settore sanitario, aveva segnalato ai colleghi di Trieste le potenzialità, che la zona della Piana del Sele offriva. Così a seguito di diversi sopralluoghi, il gruppo decise di realizzare la casa di cura sul territorio ebolitano. Ora però la presunta notizia della vendita del Centro di medicina fisica e riabilitazione ha messo in allarme il personale sanitario e i dipendenti della struttura. Notizia verosimile? Il PCI intanto ha espresso le sue preoccupazioni: “Le voci fuoriuscite ma non ancora ufficializzate parlano della struttura ospedaliera in vendita. Il Policlinico Triestino sembra voglia travalicare i confini del Friuli-Venezia Giulia. La proprietà tace. Noi ci associamo alla grande preoccupazione di infermieri, medici e sanitari. È necessario e urgente conoscere prima chi acquisirà la maggioranza delle azioni del Campolongo Hospital. È importante rimarcare che i posti di lavoro restino inalterati. È fondamentale conoscere e comprendere se ci sarà un riposizionamento della struttura nella sanità regionale e provinciale e se ci saranno variazioni nelle convenzioni del sistema regionale campano. Infine, obbligare l’acquirente alla presentazione di un piano industriale-sanitario per il rilancio della struttura sanitaria ebolitana, che contenga tutti gli impegni sopra indicati. La politica non può starsene tranquilla davanti ai bar, ad aspettare che accada qualcosa e poi, quando ormai i giochi sono già fatti, aprire la bocca. I sindacati, i partiti, le associazioni, l’intera città è chiamata a vigilare su questa situazione. Non possiamo continuare a subire passivamente. Invitiamo il Sindaco Mario Conte a verificare presso la proprietà se queste voci sono fondate o meno e ad assumere tutte le iniziative per la tutela dalla sanità del nostro territorio e del posto di lavoro di tutti – affermano Annamaria Paesano segretaria sezionale del PCI di Eboli e i responsabili della sede cittadina”. Le voci sulla possibile vendita del Campolongo Hospital hanno avuto eco nell’ambiente ebolitano, la notizia rilanciata dalla UIL FPL è stata ripresa dal PCI locale con una richiesta di verifica a tutti gli organi istituzionali interessati sulle vere intenzioni della proprietà, per conoscere il futuro a breve e medio termine della struttura ospedaliera. Giuseppe Sanfilippo
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