di Alfonso Malangone*
La scelta della Giunta Comunale, di utilizzare € 5.903.040 di Fondi PICS destinati alla cultura per l’acquisto di 9 (nove) autobus (fonte: D.G. n. 386 del 25/10/2023), potrebbe essere giudicata stravagante, con ogni rispetto, ma non illegittima. Perché, l’ammodernamento dei mezzi del trasporto urbano, per una mobilità sostenibile, risulta tra le attività finanziate dall’Asse 10 del PICS (fonte: Acamir). Né, può essere considerata amministrativamente in contrasto con la gestione centralizzata presso la Regione del sistema della mobilità locale e dello specifico “Programma Generale di Investimento per Materiale Rotabile su Gomma” volto all’acquisto di nuovi mezzi da distribuire alle aziende concessionarie (fonte: Acamir). Di questo, si è già parlato nel precedente intervento. In sostanza, nulla si potrebbe dire. E, nulla si direbbe, in verità, se l’acquisto fosse stato previsto nell’elenco dei progetti fin dall’origine, con l’assegnazione dei relativi fondi. Invece, l’operazione è stata l’effetto di una distrazione, sia pure parziale, delle risorse destinate ad opere di recupero del patrimonio storico-culturale che, almeno ad oggi, risultano non diversamente finanziate. In particolare, come sopra anticipato, con la riformulazione del programma sono stati cancellati: – l’“Intervento di recupero…turistico-culturale del Palazzo di Città”, per € 4.800.000; – l’“Intervento di recupero…turistico-culturale del Teatro Verdi e del Casino Sociale”, per € 3.000.000. Erano opere comprese nella prima stesura del PICS e, quindi, già presenti nell’elenco approvato con l’Accordo di Programma del 05/12/2019 sottoscritto con la Regione (fonte: Comune). E, quindi, è naturale chiedersi quali motivazioni possano aver indotto a ‘scambiare’ progetti caratterizzati da una evidente diversità di ‘genere’. Purtroppo, dalla lettura della delibera, e facendo salvo ogni errore, emerge che non ci sarebbero state altre motivazioni rispetto all’esigenza di ‘spendere’ i soldi entro fine 2023 per evitarne la restituzione all’Unione Europea. In sostanza, sono state cancellati quei lavori perché difficilmente realizzabili, nonostante la disponibilità di progetti studiati, approvati e pure finanziati. E, quindi, una domanda è d’obbligo: “perché, in quattro anni, non sono stati completati”? Peraltro, non si trattava del recuperare immobili ‘di facciata’ da mettere ‘in bella mostra’, ma di strutture aventi funzioni concrete e fortemente espressive dell’identità della Città. Eppure, il tempo non era passato invano. Per entrambi gli interventi, l’Ente aveva pure disposto nel 2020 le gare di appalto per l’affidamento delle progettazioni e le aveva chiuse, con definitiva assegnazione, nel 2021. La gara per l’Edificio Comunale fu vinta con il ribasso del 50,05%, per € 98.551,39+IVA, mentre quella per il Verdi fu aggiudicata con il ribasso (uguale!) del 50,05%, per € 56.114,05+IVA (fonte: Comune). Benché sia verosimile che i professionisti incaricati abbiano poi provveduto alla elaborazione dei progetti, nulla si è saputo, salvo errore, e nessuna informazione utile risulta di agevole acquisizione. E, comunque: “se i progetti c’erano, nel 2021, perché non è stato possibile avviare i lavori”? Ma, non è solo questa la curiosità. Come è noto, le disposizioni di Legge in materia di armonizzazione dei sistemi contabili dispongono l’utilizzo del principio della programmazione come strumento di disciplina delle attività delle Amministrazioni Pubbliche (fonte: Dlgs 118/2011). A collaterale, il Testo Unico Enti Locali individua nel Documento Unico di Programmazione lo strumento idoneo a guidare le scelte per assicurare la coerente continuità operativa (fonte: TUEL, art. 170). Ora, nel DUP del 2023, documento preparatorio rispetto al Bilancio di Previsione, le due opere sono chiaramente presenti, sia nella parte discorsiva, sia nell’Elenco dei Lavori Pubblici del triennio 2023-2025 (fonte: DUP pagg. 81 e 126). E, questo, è un fatto. Ce n’è un altro. Si sa che, nella contabilità, il Fondo Pluriennale Vincolato è il conto destinato al trasferimento, da un anno all’altro, delle somme impegnate a fronte di opere di durata ultrannuale. Ora, facendo salvo ogni errore, negli importi trasferiti dal 2022 al 2023, pari a € 4.195.141,56, risultano presenti voci relative alle due opere in questione e, cioè: – lavori Palazzo Comunale € 118.943,60; – lavori per il Teatro Verdi € 59.984,13. C’è da aggiungere che, per il Verdi, ci sono anche spese legali traferite al 2023 per ben € 35.958,01, forse conseguenti all’azione legale avviata nei confronti della società che gestiva la struttura per il recupero di presunti fitti rimasti impagati dopo il rilascio del 2012. La vicenda sarebbe resa più complicata dal sequestro degli arredi da parte della Magistratura. Ma, sono solo notizie vaganti. Chi sa, per favore, chiarisca. In ogni caso, sull’aspetto finanziario, una domanda non può essere evitata: “quelle somme accantonate, a cosa sono servite”? Grazie per la risposta. Premesso tutto questo, se era certamente nel potere della Giunta decidere di destinare diversamente i fondi, pur contro le previsioni e gli accantonamenti contabili, forse ben altre cose si potevano fare. Nello stesso DUP del 2023, in un elenco di lavori, si legge della volontà di intervenire sull’acquedotto medievale di Via Arce (fonte: DUP, pag. 81). A parte, poi, si sarebbero potute recuperare, ad esempio, la Chiesa di Santa Maria de Alimundo e la Casa del Combattente, cancellate per dare ‘fondi’ al Parco del Mercatello. E, quindi: “perché non si è ritenuto di investire in cultura”? Peraltro, secondo la precisazione rilasciata dall’Unione Europea, il 31/12/2023 era solo il termine per la chiusura della programmazione (fonte: UE). Le spese si potranno rendicontare entro il 15/02 o il 01/03 del 2025. Così, in conclusione, il confronto ‘cultura VS autobus’ si potrebbe considerare chiuso con questi risultati: il Circolo del Verdi è stato ‘scambiato’ con meno di cinque autobus di lunghezza 12 metri, dotati di alimentazione elettrica, di strumentazioni e attrezzature varie, tra cui anche la rastrelliera porta-biciclette(!) (fonte: contratto). Gli Archi e la Chiesa, con poco più di due, la Casa del Combattente, con uno e mezzo. C’è da dire, comunque, che essere oggi proprietari di 9 mezzi di trasporto potrebbe pur essere un vantaggio. Si è letto, proprio ieri, di un servizio navetta gratuito che Asi e Confindustria hanno deciso di riservare ai lavoratori della zona industriale per evitare l’uso delle auto. E, quindi, si potrebbe seguire l’esempio, utilizzando gli autobus per circuiti specifici e con corse gratuite dedicate ai cittadini meno fortunati. Forse, chi ha detto che con la cultura non si mangia, si riferiva a sé stesso. Perché, oggi più di ieri, il nostro Paese sta dimostrando come si riesca a mangiare, anche bene, utilizzando l’attenzione di coloro che vengono a studiare, capire, incantarsi, emozionarsi, perdersi, nella nostra storia e nelle nostre memorie. Purtroppo, qui, con gli autobus, possiamo solo portarli in giro. *Ali per la Città P.S.: i dati sono stati estratti da pagine web di libero accesso. Si fa salvo ogni errore.