Sempre sull’onda giusta la Banda Nazionale della Marina Militare, diretta dal Capitano di Vascello M° Antonio Barbagallo, che incontra il suo pubblico negli incantevoli spazi del Museo di Villa Giulia. Il magistero salernitano presente in formazione. Buon debutto del clarinettista Marco Frasca che da settembre applaudiremo prima parte e solista nella serata dedicata all’opera
di Olga Chieffi
La banda musicale nazionale della Marina Militare ha regalato per l’intera bella stagione dei concerti nel patio del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Un vero e proprio cartellone con pomeridiane a tema che ha rivelato che un’orchestra di fiati può far tutto, dal grande repertorio marciabile al jazz, dall’opera al pop e rock. Doppio spettacolo per il pubblico, ospite del direttore del Museo Valentino Nizzo, che ama far animare dalle altre muse, i capolavori d’arte contenuti nella villa. Eravamo presenti all’ ultimo spettacolo prima della pausa agostana, dedicato alla musica originale dedicata all’orchestra di fiati. Il concerto mirabilmente introdotto dal Capitano di Vascello M° Antonio Barbagallo, che ha rivelato anche l’enorme difficoltà di svolgere le prove andate avanti per sezioni, è principiato con Discovery Fantasy un’opera per la quale il compositore Jan De Haan ha preso spunto dalla sigla di un noto programma televisivo musicale olandese, una pagina varia che passa attraverso un bolero, un rondeau e un intermezzo romantico e un brillante finale, che ha subito offerto il biglietto da visita di ogni sezione. Si è passato poi a Core e Pluto di Michele Mangani un’opera che ricordiamo premiata al Concorso per composizioni bandistiche di “Pellegrino Caso” di Vietri sul Mare, due quadri sinfonici in contrasto tra l’evocazione del profumo della primavera della Dea e gli sbuffi di fuoco del dio degli Inferi. Cavalcata nella Puszta la vasta prateria in Ungheria, dove spesso gli zingari vagano con i loro cavalli selvaggi. Nel tipico stile gitano, il compositore Jan Van de Roost ha scritto questa composizione datata 1988 che descrive gli stati d’animo capricciosi, malinconici e pittoreschi degli zingari nomadi dell’Ungheria orientale. Luminosa, colorata e intrigante, la lettura che ne ha offerto il direttore Barbagallo, che con gesto semplice, sicuro e comunicativo, ha guidato la formazione, che ha rivelato oltre un amalgama equilibrata in tutte le sue sezioni, anche i suoi splendidi solisti. Omaggio all’Irlanda con Peter Graham e la sua Gaelforce, una suite di tre danze popolari irlandesi, un tour de force per percussionisti e ottoni. Ed ecco “Ross Roy” la villa ottocentesca di Brisbane alla quale è dedicata composizione di Jacob de Haan, in cui si legge una metafora dei suoi anni trascorsi a scuola, in cui si è formata la propria personalità, proprio attraverso il tempo di marcia iniziale, interpretato e variato in modo da evocare la disciplina, le diverse culture attraverso le scale orientali, il gioco e l’umorismo, l’orgoglio e la fiducia in se stessi, nella declinazione in maggiore, e ancora l’amicizia, il cameratismo, fino all’apoteosi finale. Ci siamo quindi ritrovati sulle vette innevate della Cordilleras de los Andes, firmato da Arie Mando e Klees Vlak, per spaziare con lo sguardo fino alle assolate spiagge del Pacifico, con le percussioni a farla da padrone. Diverse chiamate al proscenio e naturalmente la marcia più attesa della Marina Italiana, quasi più conosciuta della marcia d’ordinanza, la Ritirata. Il pubblico ha poi avvicinato i vari strumentisti nel post-concerto per i complimenti e qualche curiosità. In ogni banda militare ci sarà sempre qualcuno che onora la grande tradizione della nostra prestigiosa scuola di musica salernitana. La Marina vanta, infatti, nel suo organico: il percussionista Michele Polverino, il flicorno tenore Ciro Principe, il tubista Vincenzo Borriello, unitamente ai clarinettisti Domenico e Valentino Di Lorenzo, il cornista Stefano Orza non tutti presenti, tutti da applausi, unitamente al primo sax alto Domenico Montano, all’unica donna il primo oboe Maura Milena, ma su tutti i flauti in grande spolvero: con il primo flauto concentratissimo e dal suono pieno e avvolgente, cristallino, Claudio Tievoli, che ha cercato suono ed intonazione sino a quando il Maestro non è salito sul podio, il suo ottimo secondo Salvatore Palmisano e l’ottavino Mario Intrieri. Un debutto speciale è stato quello di colui il quale prenderà in mano la sezione dei clarinetti, il Maresciallo Marco Frasca, una eccellenza salernitana formatosi nel conservatorio salernitano, ultimando poi gli studi al San Pietro a Majella, ereditando ciò che sono i dettami della scuola napoletana di fiati, bel suono, virtuosismo spinto, ma mai vuoto, ispirato al nostro melodramma, naturalmente. E se in questo concerto estiva Marco Frasca ha debuttato come spalla del I clarinetto, l’esperto Federico Fantozzi, al Festival Mascagni dove il 2 settembre la banda si esibirà tra le colonne della celebre cassa armonica sul lungomare di Livorno, sarà lui la prima parte solista in un programma che sarà un viaggio nel nostro operismo e che comprenderà, naturalmente una fantasia su Cavalleria Rusticana.