di Mario Rinaldi
Quella sproporzione, raccontata nell’omelia dell’arcivescovo emerito di Foggia Mons. Vincenzo Pelvi, tra i progetti di vita e l’attimo in cui essi vengono spazzati via da una tragica fatalità, ha indicato in maniera significativa quale può essere il senso della vita. Mario Valiante e Wilma Fezza, seppur di progetti ne avevano tanti per il futuro, soprattutto nel momento in cui il noto avvocato penalista era riuscito a sconfiggere un brutto male, sapevano comunque assaporare ogni singolo attimo che la vita ha loro concesso, considerandolo un dono. Lo testimonia la presenza di una chiesa dei salesiani gremita, dove a dare l’estremo saluto alla legatissima coppia, oltre a tanti esponenti istituzionali, c’erano anche numerosi colleghi avvocati dei quali di seguito si riportano dei ricordi, alcuni molto commoventi. Paola Ianni, Vicepresidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno li ricorda così: “Mario in particolare frequentava le aule penali quotidianamente e nonostante qualche volta ci fosse un’aria pesante coi clienti che rischiavano condanne rilevanti, era sempre pronto a scherzare coi colleghi e a dare un consiglio per provare a risolvere la questione giuridica. Sempre affettuoso con tutti, svolgeva la professione con grande competenza e attenzione e rispetto per i colleghi. Insieme a Wilma costituivano una coppia di avvocati che tutti ammiravamo, in quanto avevano le caratteristiche che dovrebbero contraddistinguere gli Avvocati: un profondo rispetto per la toga, per i clienti, per gli avversari e per i Magistrati. Con attenzione, in particolare, a risolvere comunque le questioni giuridiche che quotidianamente venivano loro sottoposte. Quindi impegno giuridico e impegno sociale che, a volte, si fondevano in un unicum, fatto di consigli, disponibilità e autorevolezza”. Marisa Annunziata, amministrativista e membro del Cda di Cassa Forense ha espresso questo pensiero: “Wilma e Mario, legati nella vita e nella infausta morte. Due professionisti eccellenti, ma soprattutto un Uomo e una Donna che hanno orientato la loro vita e la propria professione alla tutela dei diritti e alla salvaguardia dei più deboli. Un “disegno”, oscuro e incomprensibile a noi umani, ha deciso il modo in cui sarebbe cessata la loro vita terrena. La simultaneità di un evento, pur nella sua tragicità, lascia però un velo di speranza su una nuova e diversa Vita che li vedrà comunque insieme per sempre”. Anche l’avvocato Carmela Landi, segretario della Camera Penale Salernitana si è unita ai tanti messaggi in ricordo dei coniugi Valiante – Fezza: “Il ricordo di Mario è quello di un collega che quotidianamente si incontrava nelle aule della Giustizia Penale sempre affabile con tutti, con il sorriso scalfito sul volto e sempre pronto a sdrammatizzare i momenti di tensione quando i clienti rischiavano condanne importanti. Un collega e un amico che non si sottraeva, per la disponibilità che lo ha sempre contraddistinto, a dare consigli e supporto a qualche collega più giovane impegnato ad affrontare problematiche giuridiche. Con Wilma, compagna nella vita e nella professione, erano una coppia di avvocati ammirati dall’intera avvocatura ed entrambi si contraddistinguevano per la loro signorilità e autorevolezza perché legati dallo stesso rispetto per la toga che indossavano. Il loro impegno giuridico, umano e sociale dovrebbe essere da guida per l’intera classe forense”. Di seguito anche il ricordo della docente dell’Istituto Comprensivo di Baronissi “Autonomia 82”, amica di Gianfranco e Annarita Valiante, fratello e sorella di Mario: “La sera prima ero stata con Gianfranco con la promessa di rivedersi presto, ma mai a pensare che sarebbe stato il giorno dopo per questa grandissima perdita che ha sconvolto tutti. Con gli avvocati Valiante e Fezza perdiamo degli splendidi esempi della cultura di legalità ed eleganza! I loro contributi per lo sport e le pari opportunità restano un’eredita alla quale tutti noi siamo tenuti a mantenere fede, soprattutto per i giovani che loro tanto amavano”. Erano davvero tanti i colleghi della coppia e le persone semplici, che magari pur non conoscendo in modo diretto queste due persone, per il bene di cui si sentiva parlare in giro di loro, li sentivano vicini, come se fossero delle persone care. E’ stato questo il segreto del loro farsi voler bene, con discrezione e rispetto rivolto a tutti, soprattutto ai più bisognosi.