di Arturo Calabrese
Anno molto importante il 2024 dal punto di vista delle amministrazioni locali. A giugno, più precisamente il giorno 9, si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo ma anche, o soprattutto, per una lunga serie di comuni della provincia. Tra essi qualcuno molto importante dal punto di vista politico sia nel nord che nel sud del territorio salernitano. Gli occhi, nel Cilento, sono puntati sul centro più importante che al momento è Capaccio Paestum. Importante sia per la grandezza del comune e sia per il suo peso nello scacchiere politico dato che il primo cittadino è quel Franco Alfieri che è anche presidente della Provincia oltre che uomo di punta del Partito Democratico locale. Tutto ciò se Agropoli non dovesse tornare al voto, ovviamente. Se il centrosinistra è tranquillo nell’individuazione della squadra che si candida a governare, il centrodestra sta mettendo a punto la propria proposta. In consiglio comunale siede Vincenzo “Enzo” Sica, già in passato sindaco di Capaccio Paestum e candidato a primo cittadino nella tornata elettorale del 2019.
Cominciamo dal presente: si sta costruendo una squadra…
“Se vogliamo presentare un’alternativa agli elettori essa deve essere valida perché si deve avere la consapevolezza che ci sia un modo diverso di amministrare. C’è da scardinare un sistema che è ormai radicato, ma in questi anni di opposizione ho raccolto istanze, denunzie, polemiche della cittadinanza. Per certi versi, essa è stanca di un andazzo che va avanti negli ultimi anni e che deve essere cambiato radicalmente”.
Lei rappresenta Forza Italia: il gruppo antagonista all’attuale amministrazione sarà di centrodestra?
“Io sono di centrodestra, sì, sono l’unico rappresentante di questo partito in consiglio comunale ma ciò non vuol dire che non ci sia una base che si rifà a questo lato della politica. Stiamo lavorando a creare una squadra, certo, ed è ovvio che si dialoga con il centrodestra. Forza Italia è alleata con gli altri partiti di destra quali Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati e il dialogo tra queste realtà c’è, c’è stato ed ovviamente ci sarà. In questo quadro, voglio aggiungerlo, tutti possono avvicinarsi anche chi non è vicino alla nostra ideologia politica perché qui si parla di dinamiche cittadine, di amministrare un comune e le bandiere di partito contano davvero poco. Contano i nomi, le persone, le competenze, le esperienze. Il discorso è aperto a tutta la società civile di Capaccio Paestum ed anche al civismo. C’è da battere il sistema e lo si può fare con un campo largo. Ovviamente da qui a giugno possono accadere ancora tantissime cose, ma ci faremo trovare pronti”.
Qual è il ruolo di Forza Italia?
“Quello che ci danno gli elettori. Ultimamente sono tanti i nuovi iscritti al partito, è una crescita costante che non si vedeva da tempo ed io personalmente rappresento con orgoglio il partito. C’è da lavorare, ovvio, ma il problema sarebbe il contrario. Abbiamo una grande responsabilità e non possiamo deluderla, tanto a livello locale e quindi amministrativo quanto a livello nazionale”.
Lei non parla da sindaco o da candidato…
“Certo che no. Il candidato verrà scelto all’interno della coalizione con un nome condiviso che potrà rappresentare tutti. Non ci sono e non ci saranno veti perché l’obiettivo è quello di riscrivere la storia della città senza personalismi, ma solo con la fatica e il lavoro di una squadra”.
Tante le difficoltà al Sud ed in particolare in Campania: il vostro lavoro sarà finalizzato anche a un cambio di passo?
“Certo. Si deve cambiare modo di vedere e di amministrare la cosa pubblica. Se le opere vengono fatte e poi i cittadini dovranno pagare per anni ed anni i debiti non è un buon modo di farlo. Ovviamente non è facile, ma dobbiamo impegnarci e far capire che un nuovo modo di fare è possibile”.
Da Capaccio Paestum può passare, dunque, il futuro politico provinciale e regionale?
“Sì perché si può creare un’alternativa a tutto ciò che c’è oggi partendo proprio dal piccolo e arrivando a realtà più grandi. È un momento storico particolare e noi dobbiamo giocare la nostra parte”.
Altro vostro cavallo di battaglia è l’uscita dall’Unione dei Comuni Paestum - Alto Cilento…
“Uscire, sì, ma anche riformulare, rimodulare questa associazione di comuni. Sono stati messi i piccoli coi grandi, i piccolissimi coi grandissimi e ciò non va bene. Non è un fattore positivo né per gli uni né per gli altri e così non si può crescere. Nel programma di chi si candida come alternativa all’attuale amministrazione ci sarà l’uscita da questa Unione oppure una riformulazione da zero. Essere uniti non è sbagliato, ma così come oggi lo è. Un’Unione dei Comuni non è un modo per superare le difficoltà burocratiche, per aggirare le leggi o per rientrare in determinati meccanismi. Se anche i piccoli comuni lamentano una gestione non consona ci sarà un motivo e da qui la nostra posizione sul cambiare le cose”.