Villa Carrara, gli errori dell'assessore Falcone - Le Cronache
Salerno

Villa Carrara, gli errori dell’assessore Falcone

Villa Carrara, gli errori dell’assessore Falcone

di Alfonso Malangone*
L’aggiornamento è del 06 Febbraio scorso. Cioè, di ieri, si può quasi dire. La pagina web è quella dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane-ICCU che, dal 1975, è subentrato al Centro Nazionale per il Catalogo Unico istituito nel 1951. Inserito nell’organizzazione del Ministero della Cultura, ma dotato di autonomia scientifica, organizzativa, contabile e finanziaria (fonte: art. 33 DPCM 169/2019), l’ICCU svolge funzioni di ricerca, coordinamento tecnico-scientifico, formazione e divulgazione in materia di censimento, catalogazione, digitalizzazione e fruizione del patrimonio bibliografico e documentario, anche coordinando le attività delle Biblioteche Statali e degli Enti Locali, di quelle Universitarie, Scolastiche e delle Istituzioni Pubbliche e Private inserite nella rete del Servizio Bibliotecario Nazionale-SBN (fonte: Iccu). Una faccenda abbastanza seria per chi, per lavoro, si occupa di cultura e pure per chi, per impegno personale, dovrebbe utilizzare proprio la cultura per dare ai giovani le conoscenze per scelte consapevoli e libere. L’aggiornamento di cui si è detto riguarda la descrizione della nostra Villa Carrara, presente nel catalogo con tanto di foto accattivante e definita ‘Biblioteca-Emeroteca’ destinata a convegni e attività con spazi esterni a giardino-cortile-terrazzo utilizzati da bambini e ragazzi (fonte: Iccu). E’ fornito pure il dettaglio delle dotazioni e sono precisate le dimensioni dei locali, le postazioni di lavoro (nove), il personale a disposizione (tre), il numero degli accessi e le spese sostenute per il suo funzionamento. Chi legge, magari a Bologna, penserà che siamo fortunati, qui, e, magari, potrebbe anche sentirsi invogliato a venire, sempre qui, per consultare libri, documenti e giornali. Ma, proverebbe una cocente delusione. In effetti, a dispetto delle belle parole del catalogo, la Villa è oggi chiusa ed è assurta agli onori della sola cronaca cittadina per le sue miserevoli condizioni, per il suo stato di abbandono, per il giardino vandalizzato, luogo di turpitudini pessimamente frequentato, anche da animali di vario tipo e dimensione (fonte: varie web). Un ulteriore motivo di vergogna per la Comunità che, peraltro, sembra assistere in silenzio alla progressiva distruzione del suo patrimonio storico-culturale sacrificato sull’altare del fatuo e degli interessi personali, espressioni vincenti di antiche dottrine rivestite con i moderni messaggi della comunicazione. Costruita nel XVIII secolo dalla nobile famiglia Carrara di Montecorvino, la Villa fu lasciata in eredità al Sovrano Militare Ordine di Malta che, nel 1953, la concesse in gestione al Comune per realizzare un centro polifunzionale per cittadini, studiosi e ricercatori. Oggi, un mese sì e l’altro pure, i mezzi di informazione ne parlano con dolore, riferendo del suo ignobile degrado, apparentemente immotivato. Per fortuna, però, nei giorni scorsi si è capito il perché. In un’intervista ad un quotidiano, l’Assessora alla Pubblica Istruzione ha precisato che la Villa è chiusa per volontà dell’Ufficio che avrebbe dovuto tenerla aperta. Ha detto, in particolare, che il nuovo Organigramma Comunale, applicato a partire dal mese di settembre, l’aveva assegnata alle cure del Settore Affari Generali e che, da quel momento, la struttura era rimasta abbandonata al suo infelice destino. Ha annunciato, infine, che sarebbe in atto una riscrittura delle competenze e che ora potrebbe essere attribuita al Suo Assessorato per avviarne il recupero con progetti in ambito scolastico. Purtroppo, se l’intenzione era quella di diffondere fiducia, nei fatti l’informazione è divenuta fonte di sconcerto per il suo contenuto recondito. Cioè, da noi le cose ‘funzionano’ se si vogliono ‘far funzionare’ da chi dovrebbe ‘farle funzionare’. Cioè, ognuno fa come gli conviene e ritiene. Cioè, infine, non c’è un responsabile in grado di far prevalere il superiore interesse della Comunità. In ogni caso, le parole pronunciate, se l’interpretazione è corretta, non sembrano diradare i timori sul futuro della Villa. In primo luogo perché, essendo una Biblioteca del SBN, essa è posta sotto la competenza del Ministero della Cultura e dovrebbe restare aperta tutti i giorni per tutti, non solo per finalità scolastiche. Poi, perché sarebbero la testimonianza di una macchina Comunale sfilacciata, debole, inadeguata sotto l’aspetto organizzativo e operativo, con attività svolte a discrezione. Sarebbe opportuna qualche precisazione, su tutto questo. Ma, qualcosa si può pure dire in autonomia. Il progetto per organizzare una qualsiasi azienda è proficuo solo se riesce a realizzare una distribuzione coerente e coordinata dei compiti con la finalità di elevare il livello del contributo di tutti attraverso l’assegnazione di ruoli, funzioni e responsabilità compatibili con le attività specialistiche di ciascuno. Anche nel caso del nostro Ente, la presenza di questi presupposti costituisce la condizione necessaria e sufficiente per far crescere quantità e qualità dei servizi, migliorare l’efficacia e l’efficienza della struttura, esaltare la professionalità e, contemporaneamente, assicurare la riduzione significativa della spesa in relazione agli impegni assunti con il decreto Aiuti (fonte: contratto). Così, appare davvero incomprensibile l’affidamento della gestione della Villa al Settore Affari Generali che dovrebbe avere esclusive competenze interne a supporto degli altri Uffici (fonte: informacit.). In realtà, a leggere il Funzionigramma (sic!), oltre alla gestione amministrativa del protocollo e dell’archivio, risultano attribuite le competenze, tra le altre: della promozione delle attività culturali, artistiche, turistiche e sportive; dei rapporti con Istituzioni Culturali; della programmazione teatrale e museale; dei servizi bibliotecari… ed altro ancora. I nostri antichi ci hanno insegnato che non è opportuno creare artificiose confusioni, come quella di mischiare la lana con la seta. E, la situazione della Villa, in verità, ne dimostrerebbe l’esito negativo. Salvo errore. Peraltro, non sarebbero solo questi i possibili squilibri organizzativi causati, forse, da una assegnazione purchessia di competenze. Perché, la cosa davvero singolare, pure alla nostra latitudine, è l’assenza nell’Organogramma di un Settore proprio per la tutela della Cultura, dello Sport, del Turismo, dei Musei, delle Biblioteche, delle Arti, come in altre Città civili. Così, mentre ci vogliamo confrontare per modernità esteriore con Milano e Barcellona, finanche con Montecarlo e Dubai, per attenzione verso la crescita interiore dei cittadini e dei giovani concorriamo, probabilmente, con qualche località sub-sahariana. Sempre facendo salvo ogni errore. Chissà. E’ lecito pensare che un Assessore dedicato, a tempo pieno, non un delegato, avrebbe potuto evitare la vergogna di Villa Carrara assumendo decisioni idonee, formulando programmazioni adeguate e spendendo appena qualche spicciolo. Niente. Eppure, la cultura è una cosa seria: è l’approfondimento della storia e del pensiero che consente di creare, in ciascuno, la piena consapevolezza dei diritti e dei doveri per difendere la propria libertà e competere a parità, onestamente, con dignità e rispetto. Diversamente, un mare di errori e di orrori può trasformare tutti in tanti interpreti incoscienti nel corso del quarto d’ora che è concesso a tutti di vivere, non semplicemente di esistere. Villa Carrara potrebbe essere prova di inaccettabili leggerezze, per non dire altro, ma è certamente uno degli errori e degli orrori che possono rendere sudditi, non cittadini liberi.