Uso irregolare del sistema Scout Speed: automobilista multata “cita” il Comune - Le Cronache
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Uso irregolare del sistema Scout Speed: automobilista multata “cita” il Comune

Erika Noschese

SAN CIPRIANO PICENTINO – Lo scout speed, sistema di rilevazione di velocità preso in prestito dal Comune di San Cipriano Picentino, guidato dal sindaco Gennaro Aievoli, continua a mietere vittime. L’ultima in ordine cronologico, sarebbe una donna del posto, rappresentata dall’avvocato Francesco Cesaro, che ha citato in giudizio il Comune dei picentini, dopo aver subito una multa per eccesso di velocità su ben due strade: via Cavaliere Amato e via Picentia, con conseguente decurtazione di punti dalla patente. Per legge, lo scout speed dovrebbe essere montato su un’auto della polizia municipale proprio per rilevare la velocità delle varie vetture. A San Cipriano Picentino, invece, sarebbe stato sistemato su un veicolo, per altro non omologato intestata ad una società di recupero crediti per “uso provato e trasporto di persone”, nonostante una specifica gara d’appalto, bandita dal Comune, e che ha visto risultare vinci- tori l’Associazione Temporanea Imprese Consorzio Gives e la Gamma Tributi Srl e fin da subito contestata dalla Corte di Cassazione in quanto sarebbe venuto meno il principio d’imparzialità e di legalità nell’ambito di una funzione pubblica: stabilire il prezzo dell’appalto in base alle sanzioni da accertare, infatti, costituisce un incentivo scorretto ai fini di una gara d’appalto. Come se non bastasse, il contratto prevedeva l’uso di soli due mesi dell’auto che però si è pro- tratto fino allo scorso mese di dicembre la vettura adibita ad accertamento di velocità è stata anche sanzionata a causa di tutte queste irregolarità dalla polizia stradale di Vallo della Lucania lo scorso 29 settembre. Ma le assurdità non si esauriscono qui. Pare che il dispositivo abbia il dono dell’ubiquità: sui verbali effettuati, infatti, risulta lo stesso numero di brevetto del dispositivo che ha accertato la sanzione. Inoltre i verbali apparirebbero compilati tutti in modo molto simile, omettendo le indicazione esatte del luogo in cui è stata effettuata l’irregolarità. I verbali, identici ma effettuati da municipalità differenti, smentiscono quanto verbalizzato dai rispettivi dei pubblici ufficiali in quanto la disponibilità dell’apparecchio è promiscua e nel tragitto da San Cipriano Picentino fino ad Albanella e viceversa è gestito da privati cittadini. Ragioni queste che hanno portato i cittadini a far ricorso al giudice di pace per ottenere l’annullamento delle sanzioni amministrative. In particolar modo, l’avvocato chiede di verificare eventuali ipotesi di reato, quali falso in atto pubblico per procedere poi con la Procura della Repubblica.