Unitalsi, con monsignor Bellandi per ripartire dopo la pandemia - Le Cronache
Salerno

Unitalsi, con monsignor Bellandi per ripartire dopo la pandemia

Unitalsi, con monsignor Bellandi per ripartire dopo la pandemia

di Clemente Ultimo

La statua di San Rocco fa ritorno nell’omonima chiesa di via dei Mercanti al termine dei lavori di restauro. Per celebrare il “rientro a casa” dell’effige del Santo questa mattina, alle ore 11.30, è stata organizzata una solenne benedizione della statua alla presenza dell’arcivescovo di Salerno, monsignor Andrea Bellandi. L’intervento è stato reso possibile dal contributo di due sponsor – Marflor srl e Botta Bakery Solution – ed affidato ai tecnici Centro Restauro Vassallo, con la direzione tecnica di Daniela Mellone. Al termine le zampogne e le ciaramelle di Antonio Giordano, Carmine Falanga e Vincenzo Ferraioli suoneranno un canto della tradizione popolare dedicato a San Rocco.

L’appuntamento di quest’oggi riveste un particolare rilievo per l’Unitalsi salernitana, che nella piccola chiesa del centro storico ha il suo punto organizzativo. E non solo per il legame che unisce l’associazione alla cappella dedicata a San Rocco, quanto piuttosto perché segna la piena ripresa delle attività di carattere sociale dopo le restrizioni e le limitazioni imposte dalla crisi pandemica.

“La statua restaurata di San Rocco – sottolinea Linda Liguori, da gennaio di quest’anno presidente dell’Unitalsi Salerno – in realtà è rientrata nella sua sede di via Mercanti nel periodo pasquale, tuttavia abbiamo preferito attendere ancora qualche settimana prima di celebrare questo ritorno per consentire una piena partecipazione all’evento. E questo per riprendere serenamente, ed in piena sicurezza, l’attività dell’associazione dopo la sensibile riduzione imposta dal Covid. Anche se, in realtà, abbiamo ripreso le attività in presenza già in occasione della giornata del malato e, più recentemente, ad inizio aprile con la vendita delle piantine di ulivo. Un’iniziativa che quest’anno, accanto al tradizionale invito a sostenere i pellegrinaggi ed i progetti di assistenza dell’Unitalsi, acquista un ulteriore significato, quello di dare un senso concreto all’impegno per la pace”.

Quali sono le principali attività dell’Unitalsi?

“L’associazione è impegnata nell’assistere ed aiutare ammalati, anziani, disabili. In primo luogo per consentire loro di partecipare ai pellegrinaggi presso i santuari mariani. Questo, potremmo dire, è il cuore della nostra attività, in particolare per quel che riguarda i pellegrinaggi a Lourdes. Il nostro impegno consiste non solo nell’organizzare ogni viaggio tenendo in considerazione le difficoltà e le particolari esigenze che possono condizionare la partecipazione di un ammalato o di un disabile, ma anche nel fornire assistenza materiale e spirituale durante l’intero pellegrinaggio. Naturalmente non ci limitiamo a questo”.

La pandemia avrà fortemente limitato l’attività dell’associazione.

“Senza dubbio. Proprio per questo siamo intenzionati a ripartire con grande slancio. Al momento stiamo lavorando per organizzare il tradizionale pellegrinaggio estivo a Lourdes, così come per riprendere gli appuntamenti che hanno sempre caratterizzato la vita della sottosezione di Salerno: dal pellegrinaggio del 22 agosto al santuario di Montevergine a quello, nel mese di ottobre, a Pompei. Gli ostacoli non mancano, ma dame e barellieri sono impegnati per far sì che nessuno resti escluso, garantendo la massima accessibilità possibile a queste particolari esperienze di fede”.

L’impegno, però, non si limita ai pellegrinaggio, è ben più ampio e costante. In particolare a favore di chi versa in condizioni difficili.

“L’altra grande componente della nostra attività è quella che potremmo definire come attività di prossimità. Ovvero tutta una serie di iniziative che hanno per destinatari ammalati, disabili ed anziani. Quelli che per i volontari dell’Unitalsi sono semplicemente amici. Nel territorio della nostra diocesi sono circa venti le persone che seguiamo regolarmente ed a cui i volontari dedicano parte del proprio tempo offrendo loro un sostegno quotidiano. Sostegno che deve essere inteso nel senso più ampio: si va, infatti, da una semplice visita fatta a chi, per motivi di salute, non ha la possibilità di uscire, all’organizzazione di passeggiate o momenti da trascorerre insieme. In apparenza piccole cose, ma molto importanti per chi si trova ad affrontare momenti difficili in solitudine”.

Tutte attività che si fondano sul contatto e l’interazione, come avete affrontato la sfida della pandemia?

“Non è stato facile, ma abbiamo reagito utilizzando le opportunità offerte dalla tecnologia: abbiamo organizzato incontri, momenti di preghiera e perfino una festa di carnevale grazie alla piattaforma social Meet. Ovviamente insegnando anche ai più inesperti come utilizzare questi strumenti, nuovi per molti. Devo dire, però, che abbiamo sfruttato ogni possibilità per mantenere un contatto diretto, anche solo per un saluto dalla finestra o dietro un portone. In particolare un appuntamento non è mai venuto meno: è tradizione festeggiare il compleanno dei nostri amici con una torta personalizzata, ebbene negli ultimi due anni anche nei momenti più critici don Antonio Manganella, il nostro assistente spirituale, è riuscito a consegnarla di persona. Un modo per sottolineare come, anche nei momenti criticificili, c’è qualcuno su cui contare. Ed è da questo che vogliamo ripartire”.