di Antonio Manzo
Da ieri la scultura Ombre per la Piazza del Sapere dell’università di Salerno è recintata come un cantiere edile installato per opere alla struttura. Sarebbe un gesto perfettamente in linea con la rimozione delle statue in tutta l’Europa dell’Est con la massiccia rimozione di tutte le statue in luoghi pubblici identificate spesso con gli oppressori destituiti. Stavolta toccherebbe alla scultura realizzata dall’artista Lucio Perone che l’artista donò all’Ateneo salernitano a quel tempo diretto da Aurelio Tommasetti, predecessore di Vincenzo Loia. Il cantiere intorno alla scultura è tutto un programma. Due sono le ipotesi: o rimuovere la struttura dell’epoca Tommasetti o, seconda ipotesi, avviare lavori che potrebbero trasformarla nel suo significato originario. Le ipotesi sono decisamente per la rimozione che sarebbe stata ordinata perché opera della gestione Tommasetti autore del progetto “Art on Campus. Over All“. L’opera recintata per lavori in corso è una “meridiana d’autore” a forma di gigantesca matita colorata, sostenuta da un omino che “cattura” la luce e la proietta sulle ore segnate sul pavimento della Piazza. La “matita e gli omini” appartengono al vocabolario visivo dell’artista, fatto di oggetti quotidiani di grandi dimensioni con cui crea accostamenti insoliti ed importanti.
E’ cancel culture? Sull’onda del dibattito pre elettorale per il rettorato che verrà prendono di mira anche lo statua di Perone per ripensare uno spazio erroneamente considerato celebrativo dell’ex rettore. Ogni cambiamento sociale e di ordine costituito e connotato da qualche gesto simbolico. Nel secolo che fu sono state abbattute statue di Stalin, Lenin, Tito, Gheddafi, Marx e Saddam Hussein. Così come, alla caduta del fascismo, furono rimosse e in qualche caso polverizzate le statue di Benito Mussolini.Que che capita all’università di Salerno non dovrebbe avere lo stigma della cancel culture dell’ateneo. Ma per essere smentiti nelle ipotesi non c’è un cartello che indica i lavori da fare, né il committente. Cosa inusuale per un lavoro pubblico. Tranne che l’assenza non significhi un atto di ribellione al potere che fu. Ma Mussolini è morto. Come pure Stalin e Saddam Hussein che non conoscevano l’ateneo di Fisciano.,