Turchi: le luci d’artista e lo scenario triste - Le Cronache Salerno
Salerno

Turchi: le luci d’artista e lo scenario triste

Turchi: le luci d’artista e lo scenario triste

di Alessandro Turchi Presidente di Salerno Migliore

Lo scenario è il solito, quest’anno ispirato, pare, al tema di Star – Wars, uno scenario triste che si ripete da diciotto anni, senza un cambiamento, senza avvenimenti di contorno, senza variazioni sul tema. La sensazione è quella di un triste ripetersi, di un dejà vu infinito, di una sorta di rassegnazione permanente che ciclicamente siamo costretti a subire. Da alcune settimane i tecnici e gli operai addetti alla installazione si muovono freneticamente per la messa in opera delle ennesime luci di artista, inaugurate per la prima volta nel lontano 2006. Per la ennesima volta le installazioni caratterizzeranno la fine dell’autunno e parte dell’inverno della nostra città ma mai, come quest’anno, l’evento delle lucine colorate, capace di attrarre un turismo di giornata, mordi e fuggi, sembra stucchevolmente ripetitivo e avulso da una realtà che vorrebbe uscire dai luoghi comuni e da una consuetudine che ai più è odiosa. Anche quest’anno l’evento, che vedrà migliaia di persone avventurarsi in carovana lungo le nostre strade del centro, si andrà a sommare a tutta una serie di polemiche, dalla operatività delle insufficienti guardie municipali alla sporcizia evidente di larga parte dei nostri quartieri, allo stato di abbandono del lungomare e di tante “opere” messe in campo in questi anni di grandeur. E il traffico, già oggi ingestibile, per mancanza di strade, di parcheggi e di un sistema funzionante e razionale di trasporti pubblici, diventerà la plastica rappresentazione di tutta una serie di disagi che ricadranno sia sui cittadini salernitani sia sugli stessi viandanti. Riflettori puntati ancora una volta su immagini di confusione, di strade impraticabili, di fiumi di persone sciamanti per il centro storico o per il Corso. Impossibile parcheggiare in quei giorni, impossibile passeggiare fermandosi a guardare le vetrine dei negozi, impossibile scambiare anche solo due chiacchiere a distanza ravvicinata, difficile immaginare vie di fuga per ambulanze o Vigili del Fuoco in caso di deprecabile incidente. Un evento, questo di Luci di artista, che porta con sé contraddizioni ed eccessi, perché è vero che la gente arriva, ma è anche vero che non è quello che si può definire turismo di qualità. Un conto è la presenza per un intero weekend di viaggiatori che arrivano per conoscere Salerno e dintorni, che soggiornano nelle nostre strutture ricettive, che frequentano i nostri ristoranti e fanno shopping nei nostri negozi, un altro conto è l’arrivo di tanti pullman pieni di viaggiatori “mordi e fuggi”, con lo zainetto in spalla, per effettuare unicamente escursioni lungo i sentieri che portano alle luci. Il luogo comune descrive questi viaggiatori come persone autonome, con lo zainetto pieno di tutto, compresi panini e bottiglie di acqua. Al massimo, se proprio vogliono darsi una botta di vita, consumano velocemente, in piedi, un coppo fritto, magari cucinato non si sa dove e non si sa come da qualche improvvisato ristoratore senza permessi e senza rispetto per le condizioni igieniche, come se non ci fosse un domani. È pur vero che, volendo leggerla in una dimensione ampia, qualche cosa di positivo ce l’ha questa manifestazione, riuscendo a tenere i riflettori puntati sulla nostra città per buona parte dell’anno e a darle una certa notorietà e, soprattutto una certa credibilità sul fronte dell’offerta turistica. La domanda, però, è se le Luci d’artista, una volta assodato che hanno dato una mano alla nuova dimensione, debbano rimanere per sempre uguali a sé stesse o se invece, come ci sembra più giusto, debbano in qualche modo ristrutturarsi e magari da centro di interesse primario divenire di accompagnamento ad eventi culturali di più ampio respiro, cercando di attirare i visitatori anche attraverso la valorizzazione delle eccellenze nostrane. Parliamo di musei, di botteghe artigiane, di mostre, di situazioni innovative e che possano calamitare un pubblico più selezionato. Sarebbe bello poter indire un concorso di idee su come far evolvere questa manifestazione, ma come sempre immaginiamo di parlare al vento.