Gran concorso di pubblico nella storica cittadina per la festa della Municipalità e del Volto Santo, che hanno visto, nell’incantevole borgo abruzzese, protagonista la musica de’ La Grande Banda del Cilento, diretta dal maestro Nicola Pellegrino
Di Simone Parisi
“La musica afferra il presente, lo ripartisce, e ci costruisce un ponte che conduce verso il tempo della vita. Colui che ascolta e colui che suona, prende in prestito l’internazionalità della musica e vi ci trova un amalgama perduto di passato, presente, e futuro. Su questo ponte, finchè la musica persiste, andremo avanti e indietro” le parole di John Berger e Jean Mohr, per dar senso ad una giornata splendida nello storico paese di Tagliacozzo, della battaglia, di quella piana eternata da Dante ove svanì il sogno imperiale di Corradino di Svevia, che abbiamo studiato a scuola, ma anche di quella canzone ironica, cllo di battaglia di Leo di Sanfelice, “Voglio fare la modella”. Da cassista de’ La grande banda del Cilento, sono rimasto stregato, come i miei colleghi sia dalle architetture, che dagli affreschi che impreziosiscono i vari edifici del borgo, nonché dalle due piazze, perfette per far musica, dal raccolto teatro, ma su tutto, dall’accoglienza tribuita alla formazione dal Sindaco Vincenzo Giovagnorio e dalla sua “assessora” l’incantevole Chiara Nanni, che hanno sistemato gli strumentisti a palazzo di Città, difronte alla cassa armonica, un’unicità che lascia intendere la comprensione del trascorrere una intera giornata suonando, nonché da tutti i cittadini che hanno assistito a tutti i momenti musicali con estrema attenzione. La banda ha dato vita alla festa della municipalità con una serie di classiche marce sinfoniche, tra cui “Vita pugliese” di G. Piantoni e Gli Spartani di P. Cavallo, animando le strade del paese, per poi coronare con la matinée musicale eseguendo una intensa trascrizione del Nabucco di Giuseppe Verdi, interpretato dai quattro solisti di prammatica con Antonio Fedullo al flicorno soprano in Mib, Vincenzo Tancredi al flicorno tenore e il maestro Giovanni Reda al flicorno baritono. Terminato il momento lirico è scoccata l’ora della solenne processione del Volto Santo la cui colonna sonora è stata firmata oltre che dalla grande banda del Cilento anche dalla storica formazione Città di Tagliacozzo, nonché da una fanfara di ottoni e percussioni. La processione ha attraversato l’intero borgo, in un climax veramente emozionante fermandosi in piazza per dare la possibilità a tutti di prendere parte a un momento allo stesso tempo religioso e civile, in forma pubblica. A suon di marcia il volto Santo è rientrato in chiesa , riconsegnato alle Monache, dando così agio ai musici di riposarsi, per poi riprendere nel pomeriggio ad animare con maggior lena ed entusiasmo la vera e propria festa. Nel pomeriggio La grande banda del Cilento ha eseguito ancora altre marce sinfoniche sfilando, eseguendo in piazza con la celeberrima A tubo di Ernesto Paolo Abbate una pagina iconica. Quindi, per i musicisti cilentani è arrivato il momento di salire sulla cassa armonica, simbolo storico del “servizio di piazza” per eseguire il programma lirico sinfonico della serata. Il programma è principiato con il Boris Godunov, subito dopo l’esecuzione della marcia O Gloriosa Virginum di Paoletti, una pietra miliare della scuola russa, di Modest Musorgskij, destinata a influenzare una larga parte del Novecento europeo, sia con la sua musica magnetica, che con il suo messaggio, quasi una profezia, in cui la formazione agli ordini del Maestro Nicola Pellegrino, ha dato prova di un grande spirito d’insieme. Quindi ancora il Verdi stavolta della Trilogia popolare con la trascrizione de “La Traviata” di Domenico Morea merito dei solisti, Fedullo, Tangredi e Pilosi, per non parlare dell’ancia del clarinetto di Massimiliano Luciano, evocativa quanto l’oboe nell’Addio del passato, merito del Maestro è stato quello di non confondere armonia con accompagnamento: armonia e melodia sono divisioni scolastiche e fittizie, impossibili a scindere nell’assieme dell’opera d’arte. Infatti, la novità e l’originalità della melodia verdiana risiede massimamente negli intervalli ch’essa percorre, si tratta cioè di un’armonia orizzontale invece che verticale, ma ragguardevole ed espressiva quanto ogni altra. La formazione ha, così ben esaltato il crescere dell’agitazione, la falsa quiete, la tristezza e il subitaneo erompere della passione, con intensità e movimento di suono. La serata è terminata ancora con l’omaggio del sindaco Giovagnorio al Maestro Pellegrino di un libro sulla storia della musica a Tagliacozzo con l’invito a persistere nel portare avanti questa importantissima tradizione.