Inflazione e rallentamento economico sono stati gli argomenti al centro del webinar di Confartigianato di febbraio, durante il quale è stato presentato il 23° report dal titolo “2023, eviteremo la stagflazione?”. L’analisi non ha solo dato una risposta a questa domanda complessa, ha anche evidenziato alcuni segnali positivi che potrebbero portare a una ripresa sul fronte economico.
La domanda successiva potrebbe essere “Cosa succede durante la stagione degli utili?”, perché dopo mesi due anni di incertezza c’è tanta curiosità sulle possibilità del Paese, sia internamente che a livello europeo e globale.
Il report di Confartigianato esclude la stagflazione
La stagflazione consiste in una recessione in condizioni di alta inflazione. Non si registra in Italia dal 1975, anno in cui il PIL segnò il -2,4% mentre l’inflazione era al 16,9%. A distanza di quasi cinquant’anni sono ricomparsi i campanelli d’allarme, ma i dati hanno battuto le previsioni. Il PIL nel quarto trimestre 2022 ha registrato il -0,1% contro il -0,3% previsto dall’Ufficio Studi; e anche il Fondo monetario internazionale stima una crescita dell’economia italiana dello 0,6% per il 2023.
Tra i dati evidenziati dal report spicca anche il settore dell’energia, e non in positivo. Nonostante una maggiore sicurezza, infatti, i prezzi dell’energia rimarranno volatili e uno scenario favorevole è da escludersi.
Previsioni per gas ed elettricità
Il report approfondisce lo stato del settore energetico in Italia e ne studia l’evoluzione. I prezzi di gas ed elettricità sono in calo dopo i picchi estivi ma rimangono ben lontani dai livelli pre-crisi. Avanza la possibilità che lo shock energetico sia permanente e che i prezzi del gas saranno strutturalmente più elevati, forzando una maggiore competitività di mercato. A dicembre 2022 l’Italia è prima nella classifica UE per crescita dei prezzi dell’elettricità e seconda tra i Paesi OSCE per la crescita dei prezzi dell’energia.
Segnali positivi e incertezze che non passano
La riduzione dei prezzi delle commodities energetiche permette di apprezzare i primi effetti di un tasso di inflazione più moderato, che in Italia scende sotto al 12,3%. Questo punto a favore di una possibile ripresa viene però oscurato da alcuni fattori di incertezza che incombono sia sull’Italia che su tutto il territorio europeo: la stretta monetaria, la guerra in Ucraina, l’instabilità finanziaria, i prezzi dell’energia ancora alti, i ritardi nell’applicazione del PNRR. Difficile rimanere ottimisti con questi pericoli “in casa”, ma non vanno sminuiti i segnali di ripresa che si sono manifestati negli ultimi mesi, primo fra tutto il rallentamento del tasso di inflazione.
Un settore da tenere d’occhio per investire nel 2023
Va ricordato che la ripresa economica sta toccando alcuni settori più di altri, e già questo permette di farsi un’idea generale su quali potrebbero essere gli investimenti migliori. In pole position attualmente c’è il turismo, da sempre cavallo di battaglia del Paese. Nonostante il giro d’affari non sia ancora tornato ai livelli pre-pandemia, si può già ora apprezzare una crescita sostenuta, grazie soprattutto alle presenze degli stranieri.
Ne ha parlato Luca Palermo all’assemblea annuale della Federazione Turismo Organizzato (FTO): “se il 2022 è stato l’anno della ripartenza nel 2023 le previsioni parlano di un +30% per il turismo internazionale”. Interviene anche Daniela Santanchè, ministra del Turismo. “Dobbiamo essere pronti per fare meglio nel 2023 e sfruttare tutte le offerte turistiche. Abbiamo registrato un aumento del turismo Usa, ma perso i turisti russi, un turismo di fascia alta, perdendo molti introiti. Ho la grande ambizione che il turismo diventi non a parole la prima industria d’Italia”.
Le cifre del turismo in Italia
A confermare l’importanza che il settore turistico avrà nel 2023 ci sono diverse cifre: 200 milioni di euro per il Fondo impianti di risalita e innevamento, 34 milioni per il Fondo piccoli comuni a vocazione turistica, 25 per il Fondo del turismo sostenibile e un milione e mezzo di euro volti a potenziare i cammini religiosi. Lo “scontrino” la dice lunga su quanto il governo sia pronto a investire nel turismo.