di Andrea Pellegrino
«Chiederò un chiarimento all’amministrazione e alla maggioranza che amministra Palazzo di città, sul tema». Emiliano Torre, consigliere comunale (ex Sel), l’aveva annunciato già durante lo scorso Consiglio comunale, ed oggi lo ha messo nero su bianco. Al centro della polemica, lo spettacolo “gender” che, negli ultimi giorni ha spaccato anche la stessa maggioranza tra favorevoli e contrari, fino al compromesso di Enzo Napoli che ha fatto slittare dalla mattina al pomeriggio l’orario dell’esibizione teatrale di “Fa’Afafine”. «E’ inaccettabile – dice Torre (che era intervenuto in aula consiliare a difesa dell’evento) – la proposta di spostare lo spettacolo al pomeriggio; è ancora più incomprensibile come ormai da qualche giorno, singoli consiglieri di maggioranza strumentalizzano la vicenda, finanche permettendosi di parlare in nome e per conto di qualcuno». Per il consigliere lo spostamento al pomeriggio è esso stesso atto discriminatorio: «Ghettizzare, relegare, escludere, tirar fuori di fatto dalla programmazione l’evento: questo è avvenuto con lo spettacolo “Fa’Afafine”, nel momento in cui è stato spostato. Ma di cosa si ha paura?». «Il vero obiettivo di una amministrazione – continua l’avvocato Emiliano Torre – che ha dimostrato nel tempo grande apertura verso temi delicati e di civiltà, ad esempio attraverso la partecipazione alla giornata nazionale della Famiglie Arcobaleno, deve essere quello di prendere una posizione decisa e netta affinché lo spettacolo si faccia, affinché si discuta di questi temi pubblicamente, senza pregiudizi di sorta, senza paure ingiustificate e senza subire le pressioni delle lobbies più fanatiche che si accreditano come difenditrici di un modello di famiglia che non è l’unico ma uno dei tanti. Sottolineo, ancora, come solo in Italia il dibattito su questi temi (omosessualità, famiglia di fatto, etc) sia fermo al palo e non riesca a produrre leggi e dibattiti non inquinati da posizioni fanatiche e discriminatorie».
Ma il caso Torre non sarebbe l’unico sulla scrivania di Enzo Napoli. Le ultime dichiarazioni del sindaco (sempre in merito allo spettacolo finanziato e patrocinato dal Comune) avrebbero riacceso la polemica interna alla maggioranza. Ed in particolare con il consigliere comunale Ginetto Bernabò che ne aveva chiesto l’annullamento, fino al raggiungimento di una intesa con il primo cittadino che, durante un incontro con il comitato “Difendiamo i nostri figli” aveva promesso l’organizzazione di un convegno ad hoc, che avrebbe controbilanciato lo spettacolo “Fa’Afafine”. Ma negli ultimi giorni Napoli avrebbe chiarito: «Per quanto riguarda un eventuale convegno promosso dal comitato da tenersi nel Salone dei Marmi, ho sostenuto che quest’ultimo è a disposizione dei cittadini che ne fanno richiesta con le modalità previste dal regolamento. Altro ragionamento vale per il patrocinio del Comune all’iniziativa, che nella fattispecie ritengo vada subordinato all’organizzazione di un confronto dialettico e addirittura antagonistico tra varie posizioni, senza pregiudizi e di alto valore culturale e scientifico. Solo così si può contribuire a formare opinioni libere e autorevoli utili a tutti e non a una sola parte». Da qui la replica di Bernabò: «Non mi risulta che il sindaco Vincenzo Napoli abbia negato il Patrocinio per l’organizzazione del convegno sui temi di bioetica in programma per il 2016. È stato tuttavia richiesto il “contraddittorio”, che ci sarà, e sarà di assoluto profilo culturale e scientifico, per ottenere il patrocinio. La richiesta mi lascia tuttavia perplesso, quando il 21 aprile 2012 si svolse nel Salone dei Marmi, gremito, l’incontro “Salerno Città della Famiglia” che aveva un orientamento molto preciso, dal sindaco di allora Vincenzo De Luca, oggi Governatore della Regione Campania, che fu presente per l’intero convegno, non ci fu certo richiesto il “contraddittorio” per riconoscerne il patrocinio. Altri tempi, altre sensibilità».