di Adriano Rescigno
«Speriamo in un ritorno alla tradizione. La vera minaccia è la velocità». A parlare è il cavaliere Giulio Cesarano, titolare delle celeberrime pompe funebri con sede principale a Scafati. Cesarano viene contattato da tutte le regioni d’Italia proprio per i suoi ultimi viaggi in grande stile e per essere uno degli ultimi ad utilizzare il carro funebre trainato da cavalli: «Il nostro lavoro, “le pompe funebri”,lo porta nel nome il significato. Un viaggio, l’ultimo, in grande stile, ma siamo minacciati dalla velocità dei nostri tempi. La morte non è più sentita, è diventanto un evento comune, specie nelle grandi città. Nei piccoli comuni ancora si segue la tradizione della visita a casa, della messa solenne e dell’accompagnare il feretro al cimitero, ma anche questo sta scomparendo con l’avvicendarsi delle generazioni». Quali innovazioni porterà il 2019 nel vostro settore?
«Innovazioni vere e proprie non ce ne sono, possono cambiare i materiali, i fiori, ma questo poi sta nelle volontà del cliente. Una cosa è certa, stiamo andanto incontro al fenomeno delle “Case del commiato” – Cesarano ne ha già due in funzione – dove viene fatta stazionare la salma, è un luogo dove dare l’ultimo saluto, far sentire la propria vicinanza alla famiglia del defunto, e poi partire verso il luogo della cerimonia funebre. Noi possiamo anche prenotare il pranzo o la cena per i parenti del defunto come vorrebbe la tradizione, un momento in cui tutta la famiglia si riunisce e si stringe a se stessa, ma preferiamo non avere questo servizio fisso bensì solo su prenotazione visto che quasi sempre sono i vicini o i parenti del defunto a provvedere a ciò. Sarebbe come invadere la loro intimità, togliergli un ruolo. La richiesta più strana che le è stata fatta in questi anni di attività? «Un funerale a Milano, un imprenditore ed allevatore di cavalli da corsa. Con il nostro carro funebre trainato da cavalli abbiamo trasportato il suo feretro, con tutti i problemi logistici del caso legati al trasporto dei cavalli fino in Lombardia. Non solo Lombardia comunque, le richieste ci vengono soprattutto da Roma, dove però nel centro storico non possono entrare carri con cavalli, Frosinone e Penisola Sorrentina, c’è chi non rinuncia alla sfarzosità e ad un trasporto in grande stile nel solco dell’antica tradizione come quella di accompagnare il corteo dalla banda». Per quanto riguarda i contratti pre morte invece? Ancora troppo scaramanzia a riguardo? «Invece è il contrario, vengono in tanti a stipulare contratti pre morte, lasciando tutte le volontà, il vestiario che si vuol indossare, il percorso da seguire, prenotando e pagando in anticipo la bara, proprio per scongiurare la propria morte. Lo si fa anche per evitare eventuali problemi ai familiari spiazzati dall’evento».
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