“Scene di vita quotidiana – Toxic Ediction” di Andrea Siniscalchi Montereale è un’originale raccolta di poesie libere da ogni regola, informali e provocatorie. Sono Scene ritagliate dall’esistenza dell’autore e incollate in un’opera intima ed emotiva, che parla di lui e di chi gli ha prestato gli occhi per osservare la realtà da un’altra prospettiva. In queste composizioni si può avvertire la rabbia, il delirio, il sarcasmo e il disincanto di un uomo che ha voluto mettere nero su bianco i suoi demoni per dominarli e per ritrovare il suo centro (se mai un centro esista) – «Scusa il ritardo, ma è appena accaduta una Scena, ho fatto tutto un giro strano» «Per?» «Riprendere me stesso». È un inquieto flusso di coscienza quello che troviamo nell’opera, che sembra quasi vomitato dall’autore: Andrea non ci sta più a osservare l’ipocrisia della società e a sperimentare il vuoto cognitivo senza far niente, e allora si libera delle maschere e getta al lettore le sue verità, senza paura di essere frainteso. «Vi porto prima nelle nubi grigie della mia Milano (che rima con Fisciano), poi nelle grigie nubi interiori, poi ogni tanto, proprio il minimo, faccio disegnare, ai poeti fantasiosi, sorrisi sopra il vetro della mia anima appannata; vi porto dove ogni tanto conficco la spada per non essere denunciato dagli amanti del comesocietàcomanda»: sono parole di Kenji – l’alter ego dell’autore – pronunciate nell’introduzione all’opera, che ci raccontano il tema delle sue liriche chiarendo che non si tratterà di una passeggiata di salute ma che sarà invece una lettura aspra, dolorosa, disagiante. Tra avventure tragicomiche nella grigia Milano (dove è giunto da lavoratore emigrato nel 2018), tra amori perduti per sempre o altri trovati solo per lo spazio di una notte, tra storie di folle normalità e altre di triste incomunicabilità, Andrea Siniscalchi Montereale ci offre un’opera schietta e cruda – tossica, direbbe lui – in cui non si cerca di dare un senso alla vita che, ammettiamolo, non ne ha, ma in cui si compie l’incredibile miracolo di farci sentire tutti parte di un’unica, vibrante, seppur sconfitta e disperata umanità. Kenji è nato in terza media ad Agropoli da una sorta di siparietto in cui importunavamo persone prese a caso per strada. Andrea, che è dell’88, capì allora che per rivivere ciò che più ci emozionava di un film, un libro, un manga, bisognava trasportarlo di forza nella realtà e rendere più unici possibili più frangenti possibili della propria vita. Ma questa è la TOXIC Ediction ed è la vita di Kenji in seno ad un conato anti politically correct. Vi lascio la mia esperienza milanese, i miei tossicissimi incontri di Tinder, la solitudine e l’incomunicabilità umana, l’inesauribile lotta alla vergogna vivente che capita a tutti di essere. A voi la mia buffona raccolta di pianti frignanti, la cronaca della discesa verso l’abisso EROICO del disincanto. Io ancora combatto. E tu? Andrea Siniscalchi Montereale (nome d’arte Kenji) nasce a Battipaglia nel 1988. Alcuni cenni archeologici di scrittura risalgono alle elementari, qualcos’altro di oscuro alle medie; dalla quarta liceo comincia a scrivere senza sosta pubblicando una prima raccolta vagamente adolescenziale dal titolo “Kain è idolatrato” (lulu.com, 2009), in collaborazione con il poeta-musicista Giovanni Carbone. Sempre con Giovanni Carbone pubblica la seconda raccolta di poesie “Che Icaro tocchi il sole” (CSA Editrice, 2012). Nel 2015 quattro sue liriche saranno pubblicate nell’antologia “Tramontare dentro lo screensaver orange and yellow di Mark Rothko. 18 poeti dal web”, a cura della poetessa svizzera P. Schneider. Pubblica la sua prima opera “matura” nel 2018 dal titolo “Scene di Vita Quotidiana” (Avanguardia Cilentana), con la quale vince il quarto posto e il premio della critica al “Premio internazionale Michelangelo Buonarroti 2018”. Nel 2021 pubblica la sua ultima opera “Scene di Vita Quotidiana – TOXIC Ediction”. Laureato in filologia moderna, ha insegnato italiano e storia a Milano; attualmente è un imprenditore.
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