di Andrea Pellegrino
«Si annulli l’intera procedura». Italia Nostra e No Crescent diffidano il sindaco e i dirigenti comunali, dopo la decisione del Tar che ha accolto il ricorso di Rainone annullando i permessi con gli oneri di urbanizzazione annessi. Sei milioni di euro che stando a quanto stabilito dal Tribunale amministrativo, la Crescent risparmierebbe a danno delle casse comunali. Così i comitati e l’associazione Italia Nostra avvisa il sindaco inviando un «preavviso di danno nei confronti degli organi comunali per i danni erariali e per i conseguenti reati che si dovessero configurare». «La previsione del Puc – scrivono Oreste Agosto e Pierluigi Morena – nella scheda del comparto Cps1 (Crescent) stabilisce che la Piazza (della Libertà. ndr) debba essere realizzata a spesa e cura dei privati nel mentre ora il Tar ha tatuito la non debenza dei circa 6 milioni di euro a carico della società Crescent srl». «Come evidenziato con le tante note, esposti e ricorsi delle associazioni, il procedimento comunale – proseguono i rappresentanti di Italia Nostra e No Crescent – è illegittimo, illecito e comunque i lavori sono abusivi ab initio e comunque in corso senza specifica autorizzazione paesaggistica, su area demaniale, marittime ed idrica mai sdemanializzata, con abusiva deviazione del torrente Fusandola ed altro ancora». «Gravissime ed insanabili illegittimità ed illiceità – dicono ancora – ed è per questo che diffidiamo il Comune di Salerno a sospendere immediatamente i lavori, perchè come evidenziato dal Tar le convenzioni attuative alla base dei permessi di costruire sono illegittime perché difformi dalla detta prescrizione del Puc secondo la quale la “piazza sarà costruita a carico dei privati”. La illegittimità ed illiceità delle convenzioni è conseguenza della insanabile procedura che ha generato i permessi di costruire rilasciati, del pua, del progetto definitivo e della delibera di consiglio comunale (numero 2/2013) che ha suddiviso in due sub comparti, confermando la scheda del Puc relativa all’intero comparto».