Salerno/Scafati. Prostituzione nei centri massaggi gestiti da marito e moglie a Scafati e Salerno: disposto il carcere per 4 indagati che a gennaio furono raggiunti dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un giro di prostituzione tra la città dell’Agro nocerino e il capoluogo: accolto dal Tribunale del Riesame di Salerno l’appello della procura di Nocera Inferiore (sostituto procuratore Federica Miraglia), istanza che era stata respinta dal gip Giovanni Pipola firmatario dell’ordinanza. Decide la Corte di Cassazione dove hanno fatto ricorso i coinvolti con udienza il prossimo inizio di giugno. Si tratta di Maria Di Martino di Pompei (rappresentante legale della società che gestisce i centri) e il marito Giovanni Somma residente a Scafati, quindi Assunta Carrozza di Salerno domiciliata a Baronissi e residente a Serre e Danilo Guarino di Napoli. L’accusa per tutti è di sfruttamento della prostituzione. Nel frattempo, lo stesso giudice nocerino aveva revocato la misura cautelare a carico di Assunta Carrozza su richiesta della difesa. Affronta l’udienza al palazzaccio capitolino da persona libera. Un esposto partito da Scafati e arrivato fino a Salerno aveva portato sotto la lente della procura nocerina i presunti responsabili di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Avrebbero in gestione centri massaggi dove al loro interno l’attività principale sarebbe quella del sesso. Inchiesta affidata ai finanzieri della Compagnia di Scafati che prima delle festività natalizie avevano dato seguito al decreto di perquisizione dei locali attenzionati e al sequestro dei dispositivi informatici dei presunti responsabili. Tuttora si attendono gli esiti sui dispostivi requisiti agli indagati prima di decidere sulla conclusione delle indagine che dovrebbe arrivare a breve. Era stato posto sotto sequestro anche del denaro contante, cifra vicina ai 3mila euro, custodito in una cassaforte ecifra ritenuta provento dell’attività di prostituzione. L’indagine era stata avviata a febbraio 2024 a Scafati e Salerno dove sono ubicati due centri massaggi, all’interno dei quali sarebbero state offerte anche (e soprattutto) prestazioni di natura sessuale. La fitta clientela sarebbe stata attirata da annunci inseriti su internet e pagine web. L’attività di Salerno si trova nella zona del Carmine, all’atto del blitz di gennaio era chiusa per ristrutturazione. Il cittadino scafatese aveva segnalato presenze sospette all’interno di un centro massaggi. Un via vai che aveva spinto le fiamme gialle a svolgere servizi di osservazione e pedinamenti, con una prima informativa inviata alla procura di Nocera Inferiore per le determinazioni del caso. Dopo l’esposto, arrivato via pec, i riscontri sarebbero avvenuti attraverso telecamere nascoste, utili a riprendere le attività del centro scafatese, installate nei luoghi del sesso. Da lì la scoperta, ulteriore, di un altro centro a Salerno, dove si sarebbe praticata la medesima attività illecita. I prezzi seguivano quelli che vengono puntualmente indicati sui siti specializzati, in rete, a partire dai 100 euro più extra a secondo dei gusti della clientela proveniente da ogni angolo della provincia e dal capoluogo. A giugno udienza in Cassazione contro il ricorso degli indagati: se gli ermellini non dovessero accogliere il ricorso i 4 andrebbero in carcere.

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