
di Erika Noschese
Le farmacie comunali di Salerno passano sotto la gestione di Sistemi Salerno. Ieri, dal consiglio comunale via libera all’affidamento ma toni accesi sulla questione della alienazione delle farmacie comunali, con l’opposizione che ha espresso forti perplessità e chiesto chiarimenti all’amministrazione. Il consigliere di Forza Italia, Roberto Celano, ha definito la delibera presentata “molto confusa” poiché “non si comprende qual è la reale intenzione dell’amministrazione”. Celano ha sottolineato l’ambiguità nel chiedere di votare sia per la nomina di un professionista per la stima del valore delle farmacie in vista di una possibile asta, sia per l’affidamento delle stesse. “Non è chiaro ancora il tempo, ci chiede di votare di dare un indirizzo, a questo punto, che non è un indirizzo determinato, ma un indirizzo generico”. La preoccupazione di Celano si è poi spostata sulla gestione pregressa delle farmacie attraverso il CFI (Consorzio Farmaceutico Intercomunale), evidenziando come solo ora emergano “criticità di natura economica finanziaria e gestionale” che l’opposizione aveva già denunciato. “Non mi pare che ci fosse un accordo così palese da parte dell’amministrazione quando abbiamo fatto le commissioni, anzi, sostanzialmente si riprendeva un’apertura il bilancio del CFI. Io ricordo bene in commissione quando io ponevo ed evidenziavo che il bilancio del CFI sono palesemente falsi”. Celano ha incalzato l’amministrazione chiedendo “che cosa ha fatto l’amministrazione comunale, dov’è stato? Qual è il divieto di un nuovo approccio su queste farmacie? Nessuno ce l’ha mai detto, nessuno ha mai evidenziato che probabilmente c’è una responsabilità per il mancato controllo sulla sull’attività gestionale del consorzio”. Ha poi domandato se sia stata avviata un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori del CFI, avvertendo che in caso contrario l’amministrazione sarebbe “responsabile rispetto ad una gestione grottesca”. Celano ha espresso dubbi anche sulla costituzione di una nuova società per la gestione, chiedendo chiarimenti sulle azioni intraprese finora dall’amministrazione nei confronti del CFI, contestando la mancata messa in discussione di bilanci ritenuti falsi e l’omissione di un credito del comune nei bilanci del consorzio. “Allora, assessore, ci può dire che cosa avete fatto, adesso? Prima di farci votare questa cosa. Diteci che cosa avete fatto, con una maggiore chiarezza”. Celano ha concluso chiedendo chiarimenti sul reale valore delle farmacie e sulle azioni intraprese dall’amministrazione nei confronti del CFI e del suo management prima di esprimere un voto sulla delibera. Dalla maggioranza, Sara Petrone (Progressisti per Salerno) ha auspicato che, dopo la nomina del professionista, la holding si esprima in tempi brevi e ha manifestato una preferenza per la gestione delle farmacie attraverso una società in house “per garantire la socialità del sistema giudiziario”. Netta la contrarietà di Elisabetta Barone (Semplice Salerno – Primavera salernitana), che ha annunciato il suo voto contrario definendo l’atto “equivoco” e non in grado di “determinare che cosa vuole fare veramente l’amministrazione”. Barone ha evidenziato la contraddizione tra la premessa di stimare il valore per decidere se amministrare o conservare le farmacie e la loro importanza come “un vero interesse che non possa essere alienato”. Ha espresso dubbi sulla possibilità di “far cassa alienando le paracensi comunali”, richiamando il costo del servizio pubblico essenziale. Barone ha inoltre sottolineato che il procedimento di trasferimento delle farmacie non è ancora concluso, non sapendo quindi “quanto costerà a noi questa recessione e se potremo permetterci questa decisione”. Infine, ha criticato l’indirizzo dato all’ordinanza comunale per individuare la fattibilità di un fondo di gestione in house e la possibile costituzione di una nuova società partecipata, rilevando la mancanza di chiarezza sui compiti, i ruoli e il livello di partecipazione dell’ente nella nuova società, giudicando la legittimità “tale da non poter essere riconosciuta come valida in questo contesto”. Horace Di Carlo ha infine messo in guardia dal rischio di moltiplicare le partecipate: “Non possiamo creare un’altra scatola vuota. Già oggi facciamo fatica a governare le partecipate esistenti, figuriamoci se ne aggiungiamo un’altra. La soluzione deve essere concreta, sostenibile, trasparente. E va spiegata bene alla città”.