SALERNO- La riforma Cartabia, entrata in vigore lo scorso anno, ha apportato significative modifiche al panorama legale italiano. Una delle novità più rilevanti è stata l’introduzione della possibilità di cumulare le richieste di separazione consensuale e divorzio congiunto in un unico procedimento, offrendo maggiore flessibilità e autonomia alle parti coinvolte. In altre parole, anziché avviare due procedimenti separati per la separazione personale e il divorzio, è possibile affrontare entrambe le questioni in un’unica azione legale.
L’obiettivo principale è stato, dal principio, semplificare il processo legale, in questo caso consentendo alle parti di affrontare contemporaneamente la separazione e il divorzio in un unico procedimento, al fine di ridurre notevolmente i tempi di attesa e i costi legali associati a due procedimenti separati. Nell’ambito del diritto di famiglia, la novità si riflette in un cambiamento nel pensiero giuridico italiano e si traduce nella garanzia alle parti di una maggiore possibilità di gestire i propri diritti coniugali e di regolare, consensualmente, gli effetti derivanti sia dalla separazione che dal divorzio. Vista la novità procedurale, già alcuni tribunali italiani avevano fatto una distinzione tra i procedimenti congiunti e quelli contenziosi: nei procedimenti primi, le parti hanno contemporaneamente accesso a entrambi gli status giuridici e ai diritti connessi, mentre nei secondi le questioni vengono trattate separatamente e decise successivamente.
Inserendosi nello spaccato panorama italiano sul merito della questione di ammissibilità o meno del cumulo, con una recente pronuncia di questo settembre 2023, il collegio famiglia del tribunale di Salerno, già colonna del diritto di famiglia italiano, ha stabilito un precedente: sì al cumulo ma anche con domanda congiunta e consensuale, non più solo giudiziale come stabilito da altri fori italiani, dichiarando la separazione personale dei coniugi ricorrenti, fissando direttamente l’udienza per la cessazione degli effetti civili del matrimonio ( a sei mesi di distanza dalla sentenza di separazione, essendo una domanda consensuale). Il vantaggio è evidente: le condizioni patrimoniali e personali da accogliere saranno le stesse avanzate dai ricorrenti stessi in sede di separazione personale, che saranno semplicemente confermate in sede di divorzio. A curare il “caso” è stato l’avvocato Lina Mastia (foto), specialista in diritto di famiglia ed esperta della materia. (gierre)