Di Adriano Falanga
Tari 2016, cresce il costo del servizio di gestione integrata del ciclo rifiuti, che tradotto in parole povere, significa una seria probabilità di un aumento della conseguente imposta. Arriverà a breve in consiglio comunale il Piano Economico Finanziario 2016 approvato dall’Acse, la partecipata che gestisce in house l’intero servizio. E’ da questa relazione che sarà determinata la tariffa per i rifiuti urbani, a Scafati già altissima rispetto a tutti gli altri comuni del salernitano. Il PEF tiene conto dei costi di gestione, dei costi comuni e dei costi d’uso del capitale, e l’intera somma deve essere coperta dal solo introito della Tari. Un milione di euro in più rispetto al 2015, è quanto prevede l’Acse per l’anno corrente, per poter svolgere l’intero ciclo della raccolta e smaltimento rifiuti. Nel dettaglio, i 10,8 milioni di euro del 2015 diventeranno 11,8. Il costo del solo servizio Acse resta pressoché immutato in 7,65 milioni di euro, a far lievitare i costi sono altri voci. In particolare il costo del servizio di riscossione, affidato alla Geset, sale da 650 a 800 mila euro. Ulteriori 300 mila euro sono destinati al “fondo svalutazione credito” o meglio, agli interessi che il Comune di Scafati deve all’Acse per il ritardo con cui paga le fatture. I costi del servizio attività Comune di Scafati (compreso Mud, Sistri, Consorzio Sa1, personale) da 51,5 arrivano a 233 mila euro. Smaltire l’indifferenziata costa centomila in più (2,1 milioni di euro nel 2016) mentre alla voce “Ricavi da raccolta differenziata” il Pef non indica nessun dato (erano -216 mila nel 2015). La riduzione a favore dei cittadini per la differenziata domestica resta sui 70 mila euro. Un totale di 11,8 milioni di euro che peseranno interamente sulle tasche degli scafatesi.