Di Adriano Falanga
L’altra interpretazione dell’art.69 comma 2 rispetta alla lettera quanto scritto. Coppola dovrebbe aspettare i dieci giorni per le riflessioni, e poi avere altri dieci per convocare la seduta. Venti giorni a partire dal 19 novembre. Così facendo addio sogni di gloria, sfumerebbe per Aliberti la possibilità di ricandidarsi. A chiedere al presidente dell’assise di procedere in questo verso è ovviamente l’opposizione, che da Aliberti si aspetta le dimissioni. “Il termine di 10 giorni non è un termine ”disponibile” nel senso che non vi si può rinunciare in quanto la legge non lo consente – spiega la segreteria del Pd, Margherita Rinaldi, avvocato anch’essa – Ovvio che difronte all’ennesima violazione di legge noi non possiamo tacere per cui agiremo di conseguenza anche ricorrendo alla giustizia amministrativa se necessario”. E’ avvocato pure Mario Santocchio: “La legge è chiara e prevede una tempistica che va rispettata, ogni tipo di violazione va punita. Noi chiediamo il rispetto dell’art.69 il quale recita che il consiglio comunale va convocato allo scadere dei dieci giorni dalla contestazione”. “lor signori non ritengono vergognoso che la nostra Città, con tutte le emergenze che abbiamo in corso, sia bloccata da settimane a discutere della tettoria del Sindaco? In caso contrario, la volontà di costruire questa famosa tettoia, deriva dall’esigenza di decadere? Se fosse così, ci troveremo dinanzi ad una palese violazione della legge sul vincolo del doppio mandato – osserva Michele Grimaldi, quasi capogruppo del Pd – Qual è l’urgenza di questa decadenza? Aliberti non può dirlo, perché dovrebbe ammettere di stare violando la legge. Ed allora inscena questo teatrino irrispettoso verso la Città ed i cittadini, che quotidianamente sono chiamati ad affrontare miriadi di problemi nel silenzio di questa amministrazione, concentrata evidentemente su altro. In tutte le sedi, Istituzionali e non, ci opporremo a questo scempio e a chi ritiene che la cosa pubblica sia una sua proprietà privata”.
Ha votato contro Pasquale Vitiello, capogruppo del Pdl formalmente ancora in maggioranza (con Pasquale Coppola): “La ricerca sfrenata del giorno, attuata mediante una dichiarazione di immediata esecutività senza prevedere l’obbligatoria motivazione, l’approvazione di un emendamento che è in contrasto con le previsioni di legge hanno il solo scopo di attuare la decadenza entro un preciso termine che consentirebbe al Sindaco Aliberti di ricandidarsi. Però cosi non potrà essere. L’art.69 del tuel norma in modo chiaro la procedura ed i tempi del procedimento di decadenza e non può un deliberato di consiglio derogare tali termini”. Vitiello però apre anche un’altra parentesi: “Null’altro importa se per l’art.66 dello Statuto dell’ente ciò comporta lo scioglimento del Consiglio Comunale mandando una città intera nel caos. Il tutto solo per l’insaziabile sete di potere – infine la stoccata agli ex colleghi di maggioranza – calo un velo pietoso su chi, pur conoscendo il vero scopo, violentando i propri pensieri e mortificando la propria dignità si presta a tale ignobile raggiro”.