Di Adriano Falanga
“Convocherò presto la conferenza dei capigruppo, occorre rivedere la composizione delle commissioni consiliari, alla luce del voto al bilancio”. Così Pasquale Coppola, presidente del consiglio comunale dopo che Pasquale Vitiello ha lasciato la presidenza della Commissione Urbanistica, annunciando ufficialmente il suo passaggio all’opposizione. Sembra una formalità, ed invece non solo è stato un atto dovuto, ma soprattutto un gesto politico che apre una falla nell’assetto istituzionale. Per farla breve, e sull’onda di quanto ha già dichiarato il Pd, il voto al Bilancio ha consegnato alla città una nuova maggioranza consiliare. Una migrazione non indifferente c’è stata soprattutto dalle fila alibertiane, che ha perso ben 5 consiglieri comunali sui 15 eletti nel 2013. Dichiararsi “indipendenti” significa poco, soprattutto dal punto di vista delle commissioni consiliari. “Bisogna prendere atto della mutazione degli equilibri politici in consiglio comunale, e garantire il rispetto dello statuto e regolamento delle commissioni consiliari – aggiunge Coppola – perché la nuova maggioranza non comporta solo la ridistribuzione degli incarichi e la ricomposizione della giunta”. L’articolo 3 del regolamento delle commissioni consiliari specifica che la composizione delle stesse è in proporzione agli assetti di maggioranza e minoranza (e in quest’ottica, l’essere indipendenti significa essere opposizione) nella misura di 5 componenti per la maggioranza e 3 per la minoranza. “Il voto al bilancio, e l’ufficializzazione del Cotucit come forza di governo, ha stravolto di fatto l’assetto degli organi istituzionali propedeutici al consiglio comunale. Occorre quindi chiarire, e nell’ottica della trasparenza e della correttezza istituzionale, riformulare le commissioni, alla luce della metamorfosi consiliare”. Michele Raviotta aveva dichiarato: “se il presidente del consiglio non ritorna in maggioranza, non può stare al suo posto”.
Coppola non si sbottona: “la mia figura non è politica, ma istituzionale. Io non garantisco una maggioranza, ma l’organo sovrano che è il consiglio comunale. Il mio ruolo può essere messo in discussione, ma questo lo sanno tutti, solo in caso di parzialità. E non certo perché parte della maggioranza o dell’opposizione. Il presidente del consiglio viene eletto con i voti anche della minoranza, e non è certo una figura fiduciaria del sindaco, come lo sono gli assessori”. L’inciucio tra gli alibertiani e il Cotucit, che di fatto ha evitato il commissariamento dell’Ente, ha creato un pastrocchio all’interno delle commissioni consiliari. Il 16 giungo, com’è noto, il Cotucit è passato in maggioranza, votando il bilancio. Di contro, Identità Scafatese di Stefano Cirillo, Bruno Pagano e Daniela Ugliano, non votando il rendiconto è di fatto uscito dalla maggioranza. Aggettivi quali “indipendenti” hanno solo una valenza politica, ma nel regolamento e nello Statuto comunale non sono contemplati. Chi non è maggioranza è minoranza, e viceversa. Il quadro che ne emerge stravolge completamente le commissioni consiliari. Nel dettaglio, la commissione “Bilancio” risulta oggi essere composta da 6 consiglieri di maggioranza e appena 2 di minoranza. “Lavori Pubblici” ha un pareggio: 4-4. Anche “Urbanistica” è in pareggio 4-4. “Affari Sociali” ha un 6-2 per la maggioranza. “Sport” è in pareggio 4-4. “Legalità e Commercio” registra un 5-3 in favore della maggioranza. “Pubblica Istruzione e Cultura” ha un 6-2 per gli alibertiani. Non solo nessuna commissione rispetta l’articolo 3 che impone la proporzione 5-3 ma addirittura le commissioni “Statuto” e “Garanzia” sono a favore della minoranza: 7-1 la prima e 6-2 la seconda. Una matassa istituzionale che il presidente Coppola intende sbrogliare. “E’ necessario farlo al più presto, per riprendere l’attività amministrativa interrotta, ancora oggi, dagli accordi post voto. Mi auguro che la ricomposizione delle commissioni sia da sprono anche per la nuova maggioranza, a quanto pare ancora impantanata a decidere su giunta e nomina dei cda delle partecipate. Non è un buon esempio per la città”, conclude il capo dell’Assise.