Scafati. “Tanti personaggi sono comparsi in questo processo dove vedo gente che ha troppi interessi e dice tante bugie. Il patto con il clan c’è stato ma non l’ha sancito il mio cliente, bensì altri”. Silverio Sica non va per il sottile nella sua arringa a difesa del sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. Poco più di un mese (13 novembre) per la sentenza di primo grado del processo sul presunto voto di scambio a Scafati denominato “Sarastra” che si sta celebrando davanti ai giudici del primo collegio penale (presidente Apicella) del Tribunale di Nocera Inferiore. Dopo la replica del pubblico ministero della Dda Rocco Alfano che prima dell’estate aveva presentato istanza di condanne abbastanza pensanti per tutti gli imputati, arriverà l’atteso verdetto a capo di un’inchiesta, diventata poi giudizio, nata quasi dieci anni fa. Con le discussioni di ieri degli avvocati di Pasquale e Nello Aliberti, quindi, si è chiuso il dibattimento che ha portato in aula collaboratori di giustizia e testimoni. “In tanti anni di avvocatura- ha detto Silverio Sica, difensore del sindaco di Scafati insieme a Giuseppe Pepe-non mi è mai capitato di assistere a un processo dove, tra chi accusava, abbiamo visto presentarsi in aula troppi personaggi che avevano interessi soprattutto politici contro Aliberti e che negli atti dicono una cosa e durante la deposizione in aula affermano quasi l’opposto. Si parla di patto con i clan, certo che ci è stato ma certamente non l’ha fatto il mio cliente bensì Luigi Ridosso e altri personaggi (citandoli, ndr)”, ha detto Sica nella sua discussione. Ed ha aggiunto: ” Dal primo giorno che ho visto le famose carte ho capito dell’innocenza del mio assistito e, aggiungo, per me in questo processo sono state dette una infinità di cose letteralmente inventate”. In tarda mattinata c’era stata la discussione del giovane penalista Gennaro Maresca che difende Nello Aliberti, fratello del sindaco che per la pubblica accusa sarebbe stato il collante tra la cosca dei Loreto/Ridosso e il primo cittadino. “Un processo in cui il mio cliente è diventato imputato dopo aver subito un tentativo di estorsione dalle persone con le quali il fratello avrebbe stretto un patto… Siamo davvero nel mondo della pura fantasia… Nello Aliberti- ha attaccato il legale- in questa vicenda è solo una persona che ha subito e non so neppure perchè si trova in questo processo con il rischio di una condanna, ci stiamo difendendo non sappiamo da cosa”. Prima dell’estate sono stati chiesti complessivi 38 anni di reclusione di cui 6 anni e 8 mesi per Pasquale Aliberti. Cinque mesi i meno per il fratello del sindaco Nello Aliberti (6 anni e 3 mesi che include la presunta minaccia a una giornalista) mentre per l’ex consigliera regionale di Forza Italia e moglie di Aliberti Monica Paolino erano stati avanzati 5 anni e 4 mesi di condanna. Stessa pena chiesta per l’ex staffista Giovanni Cozzolino. Per Roberto Barchiesi e Ciro Petrucci invece l’istanza è di 5 anni e 9 mesi e infine 3 anni e 4 mesi per Andrea Ridosso fratello di Luigi già condannato con sentenza passata in giudicato insieme ad Alfonso Loreto e Gennaro Ridosso. Tra oltre un mese si torna in aula per le replica del pubblico ministero della Dda Rocca Alfano dopo le ultime arringhe e attendere sentenza che dovrebbe essere pronunciata nel tardo pomeriggio del 13 novembre
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