Di Adriano Falanga
Pasquale Coppola verso la sfiducia. Dopo quasi due anni, il primo cittadino Pasquale Aliberti sembra avere i numeri necessari per poter rimuovere l’ex alleato dallo scranno di presidente del consiglio. In quel ruolo Coppola non è mai piaciuto al sindaco. Nel 2013, ad elezioni appena vinte, Coppola si riconfermò consigliere più votato, non solo della coalizione, ma dell’intera tornata elettorale. Portò con se in consiglio, grazie alla doppia preferenza delle quote rosa, l’ex staffista Teresa Formisano. Oggi i due sono ai ferri corti, la Formisano è restata vicino al primo cittadino, contestando la scelta dell’ex amico di assumere una posizione critica verso il sindaco, e non solo, oggi è il suo principale antagonista. E’ stata lei infatti a convocare in autonomia il consiglio comunale del 27 novembre, che Coppola ha denunciato in Procura e al Tar (che si pronuncerà il 12 gennaio). Aliberti voleva dargli il vicesindacato, un’offerta certamente prestigiosa, ma che avrebbe comportato le dimissioni da consigliere comunale. In questo modo poteva essere spedito a casa, nonostante 850 voti, in qualsiasi momento, se il sindaco avesse voluto.
Ci fu un primo scontro, che si concluse con la vittoria di Coppola. “Ho faticato non poco a suo tempo per farlo digerire anche ai consiglieri che non lo volevano in quel ruolo” ha detto qualche giorno fa Pasquale Aliberti. Da allora è stato un lungo braccio di ferro politico, con un Coppola (affiancato dal sodale Pasquale Vitiello) assumere posizioni politiche distinte dal sindaco. O meglio, Coppola e Vitiello seppur votando sempre con la loro maggioranza, non hanno mai sposato le indicazioni politiche esterne al consiglio comunale. Non votarono Forza Italia alle europee, scegliendo il Nuovo Centro Destra. Non votarono Giuseppe Canfora (pd) alle europee ma anzi, Vitiello fu in campo con l’Ncd, senza però avere il supporto dei suoi, decisi a votare contro il candidato del centrodestra Giovanni Romano, espressione di Fratelli D’Italia di Edmondo Cirielli. Peggio ancora, Coppola è stato candidato sempre nell’Ncd alle ultime regionali, antagonista dell’uscente moglie di Aliberti, la forzista Monica Paolino. “Non ho mai chiesto la sfiducia perché fino ad oggi non aveva mai avuto un linguaggio così violento” ha spiegato Aliberti. Non è proprio così, in realtà più volte si è provato a raccogliere le firme per la sfiducia, ma la motivazione politica non può essere causa della revoca del presidente del consiglio. Questi, recita il Testo Unico degli Enti Locali, ricopre un ruolo istituzionale e risponde solo al suo operato, non alle posizioni politiche che assume.
Oggi, dopo il flop decadenza, secondo il primo cittadino Coppola sarebbe “a capo dell’opposizione”, assumendo comportamenti ostativi e prendendo decisioni in totale autonomia dalle indicazioni della maggioranza. Chiaramente dall’altro lato lo stesso si dice rispettoso di leggi e regolamenti, godendo anche della fiducia delle opposizioni. “Aliberti su Coppola esprime un giudizio politico – hanno detto dal Pd e da Fdi – noi invece sul suo operato istituzionale non abbiamo nulla da contestare”. Da qui la crisi di maggioranza aperta dal primo cittadino. “Devo capire se c’è ancora una maggioranza disposta ad andare avanti, ma non chiedo una fiducia generica, bensì il pieno sostegno a quattro punti” ha chiesto Aliberti ai suoi. Nuova programmazione Più Europa, Puc, nuovo Bilancio e sfiducia a Coppola. Condizioni imprescindibili per proseguire la consiliatura fino alla naturale scadenza del 2018, altrimenti: “rassegnerò le mie dimissioni irrevocabili”. L’aut aut sembra aver colpito nel segno i consiglieri di maggioranza dissidenti sulla decadenza. Del resto, se hanno bloccato questa rifiutandosi anche di dimettersi assieme agli altri, è chiaro che la loro volontà è di andare avanti e non certo il voto anticipato. Poco importa se a farne le spese sarà Coppola.
Quella poltrona secondo Aliberti deve essere azzerata come la giunta, gli organismi di controllo e valutazione e cda delle partecipate. Insomma, una “ridistribuzione” di deleghe e incarichi che apre di fatto ad un nuovo patto di maggioranza. Occasione ghiotta per chi ha delle ambizioni. Accantonata la decadenza, i dissidenti si sono riallineati in maggioranza. Alfonso Carotenuto ha già fatto sapere di avere un solo leader, e questo era e resta Pasquale Aliberti. Roberto Barchiesi e Pasquale De Quattro hanno rassicurato il primo cittadino, nessun problema con il programma, l’ostacolo era solo la decadenza. Resta da capire la posizione di Stefano Cirillo, che seppur si è detto disponibile a proseguire, ha posto però alcune condizioni, una tra tutte: la revoca di Immacolata di Saia. Una condizione certamente irricevibile, che potrebbe essere “barattata” con il ritiro del contenzioso da centomila euro che la segretaria comunale ha aperto contro il Comune. Stasera la riunione di maggioranza, dove si potrà capire chi è con chi.