Sarno. Il club privè riaperto dal Tar - Le Cronache Provincia
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Sarno. Il club privè riaperto dal Tar

Sarno. Il club privè riaperto dal Tar

Sarà materia del Consiglio di Stato  la controversia che vede contrapposti il Comune di Sarno e il club privè “Fire Queen”, impegnata in attività di somministrazione di cibo e bevande. Dopo la decisione del Tar di Salerno che ha sospeso l’efficacia del provvedimento comunale che imponeva la chiusura della sede, l’amministrazione comunale ha deciso di rilanciare la battaglia legale, annunciando ricorso al Consiglio di Stato. La vicenda nasce da un’ordinanza emessa il 27 marzo scorso, con cui il Comune intimava lo stop immediato all’attività, contestando presunte irregolarità edilizie e l’assenza della documentazione autorizzativa necessaria. Il provvedimento è stato però impugnato dalla presidente dell’associazione, che ha ottenuto una sospensione cautelare da parte del Tar: secondo i giudici amministrativi, l’ente avrebbe omesso la comunicazione di avvio del procedimento, impedendo così all’associazione di far valere le proprie ragioni in fase istruttoria. Un vizio non di poco conto, secondo il Tribunale, che ha riconosciuto il diritto del ricorrente a un’adeguata partecipazione procedimentale, ritenendo sussistenti gli estremi per concedere la sospensiva. Il giudizio di merito è stato fissato per il 28 ottobre 2025. Nonostante ciò, il Comune ha deciso di impugnare la decisione davanti ai giudici di Palazzo Spada. Con una delibera di Giunta datata 16 maggio, l’Amministrazione guidata dal sindaco Francesco Squillante ha dato mandato all’avvocatura comunale di procedere con l’appello, convinta della legittimità del proprio operato. Alla base della decisione, si legge nei documenti, vi sarebbero ulteriori elementi critici emersi durante le verifiche: mancanze igienico-sanitarie, dubbi sull’effettiva identità di chi ha sottoscritto la Scia, e incompatibilità urbanistiche. Nel frattempo, anche un secondo provvedimento di chiusura – notificato dall’ente il 10 aprile – è stato oggetto di ricorso da parte dell’associazione, che ha presentato motivi aggiunti al Tar. La Giunta ha fatto sapere di voler impugnare anche l’eventuale ordinanza cautelare relativa a quest’ultimo atto, non ancora pubblicata alla data della delibera. Il Comune rivendica il dovere di garantire il rispetto delle norme, mentre l’associazione si dice vittima di un’azione repressiva viziata da errori procedurali. Ora si va davanti ai giudici dell’ultimo grado di giudizio della giustizia amministrativa.