
di Erika Noschese
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha emesso una sentenza che annulla l’aggiudicazione di un appalto integrato per la “progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di difesa, riqualificazione e di valorizzazione della costa del Comune di Salerno”, un progetto del valore di oltre 23 milioni di euro. La decisione del Tar accoglie in parte il ricorso presentato da una delle società partecipanti alla gara, evidenziando vizi procedurali e carenze nella documentazione presentata dall’aggiudicatario.Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso per motivi aggiunti presentato dalla società ricorrente, ritenendo fondato il vizio di difetto di istruttoria e motivazione da parte della stazione appaltante. In particolare, il Tribunale ha contestato la mancata verifica della “sostanziale immodificabilità dell’offerta” a seguito dell’estromissione di una delle società consorziate, avvenuta dopo l’aggiudicazione dell’appalto. La società estromessa era destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia, circostanza che ha portato il consorzio aggiudicatario a escluderla. Tuttavia, secondo il Tar, il Comune di Salerno non ha adeguatamente valutato se tale modifica avesse comportato una variazione sostanziale dell’offerta presentata in gara, come previsto dall’articolo 97 del D.Lgs. 36/2023. Inoltre, il Tribunale amministrativo regionale ha evidenziato la violazione del termine di “stand still”, ovvero il periodo di sospensione dell’efficacia dell’aggiudicazione, previsto dall’articolo 18 del D.Lgs. 36/2023. Tale violazione ha comportato la dichiarazione di inefficacia del contratto.Il ricorso principale, invece, è stato rigettato dalla seconda sezione del Tar, sede di Salerno. Tra le contestazioni mosse dalla società ricorrente e ritenute infondate dal tribunale, vi erano l’assenza dei requisiti generali e della capacità di contrarre da parte dell’aggiudicatario, a causa del provvedimento interdittivo antimafia che aveva colpito una delle società consorziate, la mancata disponibilità dell’area di stoccaggio e di carico e scarico dei materiali, indicata nell’offerta dell’aggiudicatario, l’illegittimità della proposta progettuale relativa alla realizzazione di pennelli a scogliera temporanei, la nullità e l’incongruità dell’offerta presentata, e le omissioni dichiarative e informative del consorzio aggiudicatario.La sentenza del Tar annulla di fatto l’aggiudicazione dell’appalto, imponendo al Comune di Salerno di riesaminare la procedura di gara. La decisione del tribunale potrebbe avere un impatto significativo sulla realizzazione del progetto di riqualificazione della costa, che prevede interventi di difesa, riqualificazione e valorizzazione del litorale salernitano. A seguito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale, il Comune di Salerno potrebbe decidere di riesaminare la procedura di gara, valutando attentamente la documentazione presentata dalle società partecipanti e verificando la sussistenza dei requisiti richiesti, di impugnare la sentenza dinanzi al Consiglio di Stato, o di revocare la gara e indire una nuova procedura di appalto. La decisione finale spetterà all’amministrazione comunale, che dovrà valutare attentamente le implicazioni della sentenza del Tribunale amministrativo regionale e le possibili conseguenze sulla realizzazione del progetto.