Salerno Pride, il Comune:no alla sfilata al Corso - Le Cronache Ultimora
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Salerno Pride, il Comune:no alla sfilata al Corso

Salerno Pride, il Comune:no alla sfilata al Corso

di Erika Noschese

Problemi organizzativi, anzi gestionali, anzi di sicurezza, anzi di personale, anzi logistici. Sarebbero questi, o forse ne verranno fuori ancora altri, i problemi che potrebbero aver ristretto, ad oggi, il campo delle proposte per il prossimo Salerno Pride in programma quest’anno. Un programma ufficioso, che non vedrà la luce prima di aver risolto alcune controversie organizzative con il Comune di Salerno che, quest’anno più che mai, sembrerebbe orientato a limitare l’iniziativa per non creare alcun tipo di malcontento. Di che tipo? Domanda legittima, considerando che da anni il Pride fa parte delle iniziative patrocinate dal Comune di Salerno (ogni volta con non poca fatica, va detto), dando spazio a un nutrito gruppo di persone provenienti da ogni parte della provincia di Salerno e non solo per celebrare l’orgoglio della normalità delle proprie scelte. Eppure, dai corridoi di Palazzo Guerra sembrerebbero sempre più intensi i “cinguettii” di chi non vorrebbe creare i presupposti per qualsiasi tipo di attacco, mediatico e politico, alla maggioranza. Detta così sembrerebbe che i temi controversi siano di natura ideologica, ma in realtà – stando a quanto sarebbe emerso da Palazzo di Città – al centro del dibattito ci sarebbero problemi “ben più seri e gravi”, di cui non si può evitare di tener conto a ridosso di due scadenze elettorali così importanti come le Regionali e le Comunali. Sarebbero, pertanto, emersi problemi di diversa natura: organizzativi, legati cioè alla concessione dell’autorizzazione per realizzare il “classico” percorso del corteo del Pride, che dal Corso Vittorio Emanuele sarebbe poi arrivato sul Lungomare cittadino fino a costeggiare i palazzi istituzionali della Provincia e del Comune di Salerno, per poi concludere il proprio cammino nei pressi del solarium di Santa Teresa con attività di intrattenimento ed eventuali ospiti. Su questo tema specifico le frizioni sarebbero di tipo “urbanistico”, poiché il Corso appena rinnovato non potrebbe essere utilizzato per un’iniziativa simile. Una giustificazione che, se fosse davvero confermata, farebbe sorridere e non poco gli esecutori dei lavori di ristrutturazione del Corso, oltre a un numero indefinito di persone dotate di senno. Ma sempre dai corridoi di Palazzo di Città sarebbe emerso che il problema non sarebbe solo questo: la gestione di un simile evento non sarebbe possibile su un tratto di strada così lungo (con buona pace dell’Atletica Vis Nova che, con tali presupposti, dovrà immaginare di organizzare la StraSalerno su un percorso circolare non più lungo di 2-300 metri). Ma in realtà non c’è solo questo: il problema sarebbe anche relativo alla sicurezza dell’evento. Un percorso troppo lungo che si muove su più strade della città di Salerno, per quanto tremendamente centrali, non farebbe dormire sonni tranquilli ai patrocinanti. A ciò si aggiungerebbe un ulteriore problema, direttamente collegato a quello della sicurezza: la mancanza di personale addetto alla sicurezza. Il personale di Polizia Municipale da coinvolgere per la realizzazione di un evento simile sarebbe eccessivamente superiore alle possibilità di un ente di pubblica sicurezza che vanta più amministrativi di una università di livello europeo rispetto agli operatori effettivamente presenti su strada a far multe e poco più, per cui non sarebbe facile garantire un adeguato dispiego di forze di pubblica sicurezza a garanzia della riuscita della manifestazione. Ci sarebbe poi un ultimo problema, di tipo logistico: un corteo così lungo comporterebbe la chiusura, pur momentanea, di alcuni tratti di strada. Un problema di non poca rilevanza, considerando che il Pride, gli organizzatori, i sostenitori e i cittadini che hanno voglia di partecipare alla manifestazione non hanno ancora avuto l’ardire di imparare a volare per scongiurare il passaggio pedonale su percorsi cittadini. I “problemi” elencati sono tanti, ma rientrano tra le voci di corridoio che, con un certo volume, si sono udite all’interno di Palazzo Guerra. A questo punto, se fosse confermata anche solo una di queste voci, bisognerebbe chiedere agli organizzatori del Pride di attivarsi e creare i presupposti per una serie di tappeti volanti, organizzando l’evento a tema fiabesco. O magari chiamando il cantautore romano Ultimo a fare un concerto, invitando sul palco chi avrebbe comunicato la necessità di ovviare a determinati problemi di natura logistica. Sarebbe bello, in quel caso, intonare a gran voce: “Vuoi volare con me?” Chissà di che colore diventerebbe, poi, la faccia dei frenanti: rossa, dall’imbarazzo? Viola, dalla vergogna? O arcobaleno, per solidarietà? In fondo, se ci fosse Ultimo a fare da padrino alla manifestazione, sarebbe più facile per tutti, intonando alcuni dei suoi versi più celebri: “Ma posso essere fiero di portare avanti quello che credo. Da quando ero bambino, solo un obiettivo: dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo”.

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