
Di Olga Chieffi
“La vida La vida es sueño” scrive nel 1635 da Pedro Calderón de la Barca, un’opera che mette in scena il conflitto tra libertà e destino, vita e sogno, un sogno presunto, insinuato da altri, verità e ingannevole apparenza, in cui segni soverchianti e intrattabili, che sembrerebbero impedire quella plasticità e individuazione nel particolare, sarebbero più tardi diventate il metro della invenzione teatrale, attraverso l’uso della teologia quale suprema macchina teatrale, l’unica che gli può permettere di congiungere, nella concettosità labirintica, una vicenda irripetibile e irriducibile con un modello universale e atemporale legando cioè il puro teatro a una sorta di liturgia cosmica, in un portentoso ibrido attraverso un uso “talismanico” della parola, che in lui appare sempre, secondo la definizione di Walter Benjamin, come un continuo “potenziamento romantico del discorso”. Tutto ciò che Caravaggio ha dipinto è teatro, c’è il dolore, il tragos, la purificazione e la rinascita ad una nuova vita. Ognuna delle sue opere, è atto di un dramma , che si compie nel momento in cui lo spettatore posa l’occhio sulle ombre violente e sulla luce metafisica, che dominano la sua scena, un itinerario nell’opera di Caravaggio come esplorazione di una elaborata macchina teatrale. L’artista che ha marcato una svolta epocale nella storia della pittura viene dunque osservato con nuovi occhi. Domani sera, alle 18, presso il Complesso San Michele di Salerno, si terrà il quarto appuntamento del ciclo di conversazioni “I Venerdì di Caravaggio”, con l’incontro intitolato, appunto, “Il Barocco e il Teatro del sogno”. L’evento, promosso dalla Fondazione Carisal in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno e Corpo Novecento, vedrà la partecipazione del professor Alfonso Tortora, storico, del regista Pasquale De Cristofaro e del musicologo Francesco Aliberti. A coordinare l’incontro sarà Concita De Luca, per continuare a parlare, e a suonare, intorno al quadro di Caravaggio “La presa di Cristo dalla Collezione Ruffo”.