Salerno: droga al porto, condanna confermata - Le Cronache Giudiziaria

Scafati. Niente sconti dalla Corte di Cassazione: imprenditore di Scafati, Antonio Malafronte, resta agli arresti domiciliari. Respinto quindi il ricorso dell’uomo che si è trasferito nel Veneto per lavorare come guardia giurata che l’anno scorso finì nel mirino della giustizia per un carico di droga scovato nel porto di Salerno Era il 23 aprile del 2023 quando i militari della Guardia di Finanza avevano sequestrato un container arrivato via mare al porto di Salerno contenente 1.168 chili di marijuana provenienti dal Canada. Tra gli indagati nella vicenda era finito anche Antonio Malafronte, 39enne originario di Scafati che, nell’ottobre 2023 (sei mesi dopo il sequestro di droga) si era trasferito a Treviso per lavorare come guardia giurata privata. Malafronte è accusato di aver usato l’azienda di famiglia per partecipare all’operazione di traffico intercontinentale di droga. Proprio per il fatto di essere ora lontano dal luogo in cui sarebbe stato commesso il reato, oltre che per la fedina penale pulita, i legali della guardia giurata avevano chiesto la revoca della misura. Ma i giudici sono stati di altro avviso, e hanno confermato i domiciliari alla luce “della valutazione della pericolosità del soggetto e della frequenza dei suoi rapporti con soggetti versati in attività criminali”. Il container sequestrato, infatti, avrebbe dovuto trasportare solo frutta secca ma gli inquirenti avevano trovato oltre una tonnellata di marijuana sottovuoto. Dopo il sequestro erano state indagate 17 persone tra cui Malafronte. Trasferitosi a Treviso il 39enne aveva presentato ricorso in Cassazione chiedendo l’annullamento degli arresti domiciliari a cui era stato condannato per il rischio di reiterazione del reato. Ieri la Cassazione ha respinto il ricorso, condannando il 39enne anche al pagamento di 3mila euro per le spese legali. Secondo la Cassazione Malafronte era inserito in un collaudato circuito criminale specializzato nel traffico di sostanze stupefacenti e i suoi rapporti con gli altri indagati esigano cautela e la misura degli arresti domiciliari. Il gip del Tribunale di Salerno aveva disposto l’applicazione nei suoi confronti degli arresti domiciliari con l’imputazione provvisoria di importazione dal Canada della droga occultata in un container di cui risultava importatrice la Malafronte Group A.M., società da lui gestita di fatto unitamente al genitore Vincenzo.

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