“Scire nefas est omnia”. Non si può sapere tutto. Così Orazio, nelle “Odi”, regala al mondo intero uno dei proverbi/modi di dire più utilizzati in assoluto: “non si finisce mai d’imparare”. Fino al giorno in cui sopraggiunge la morte, si ha la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo. La vita è, infatti, un costante percorso di crescita e apprendimento. Il proverbio è spesso usato in tono esclamativo quando ci si stupisce di aver imparato o scoperto qualcosa di nuovo. Devono essersi stupiti, e anche tanto, i sostenitori del consigliere comunale Donato Pessolano che, in preda a uno dei problemi a lui più cari (il parcheggio nei dintorni della propria abitazione, ndr) si lascia sfuggire un particolare che a queste colonne non può assolutamente sfuggire: pur laureato in giurisprudenza, pur carabiniere, pur consigliere comunale, pur esperto nell’utilizzo dei sistemi Windows Office (come si evince dal suo curriculum vitae che, per confermare la sua abilità nell’utilizzo dei sistemi Office, è scritto clamorosamente bene a penna, con tanto di tabelle per renderlo quanto più possibile simile a un vecchio CV in formato europeo. Ma quello utilizzato, in quel caso, è il formato standard per il CV dedicato ai consiglieri comunali, quindi tutto è “lecito”?), pur già consigliere del consorzio Asi, il consigliere comunale ha dato sfoggio delle sue notevoli abilità argomentative scaturite, evidentemente, da una laurea magistrale in ingegneria dell’architettura e dell’urbanistica. Così il consigliere comunale e capogruppo di Oltre, in una nota: “Negli ultimi giorni si sono susseguite numerose dichiarazioni e proposte sull’istituzione del doppio senso – anche solo per i mezzi a due ruote – in via Benedetto Croce, impossibile se non con il soddisfacimento di determinate condizioni strutturali, che attualmente la strada non possiede. Sarebbero peraltro necessari lavori particolarmente onerosi e complessi”. “Il rischio concreto, alle condizioni attuali, è quello di violare la normativa vigente – commenta Pessolano –. La SS 18 nel tratto in questione (Via Benedetto Croce) rientra, secondo la classificazione ai sensi del D.M. 5/11/2001 “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” in una strada di tipo “E” URBANA DI QUARTIERE. Tali infrastrutture sono caratterizzate da un intervallo di velocità di progetto compreso tra un minimo di 40 Km/h e un massimo di 60km/h”. Fin qui, pare chiaro che le reminiscenze della sua vecchia laurea in giurisprudenza siano ancora valido elemento di supporto per il consigliere. Poco dopo, però, Pessolano chiarisce che “ingegneri si nasce, e lui lo nacque”, per citare il grande De Curtis. “La piattaforma stradale di tale tipologia – prosegue il consigliere nella nota – presenta una larghezza di corsia per senso di marcia pari a 3.00 m con ampliamento a 3.50 m nel caso di passaggio di autobus, più 0.50 m di banchina in destra. Nel caso di strada a senso unico di marcia con una sola corsia, la larghezza complessiva della corsia più le banchine deve essere non inferiore a 5.50 m incrementando la corsia sino a 3.75 m e riportando la differenza sulla banchina in destra. Allo stato di fatto, la carreggiata presenta larghezza variabile su tutta la lunghezza del tratto partendo da circa 4 metri fino ad un massimo di circa 6 m, con un tratto in leggera curva con ampiezza di 4.5 m. Le banchine attualmente presenti sono di circa 0.20 m. Parallelamente al margine sinistro (attuale verso di percorrenza) della carreggiata sono presenti stalli di sosta a pagamento della larghezza di 2.00m. I marciapiedi esistenti sono anch’essi con larghezza variabile, mostrando nel lato destro (attuale verso di percorrenza) valori attorno a 1 metro e per il lato sinistro valori variabili da 1.50 a 2.50 m in corrispondenza di alcuni accessi privati e affacci sul panorama”. Non contento dell’esposizione, finora alternata tra l’ingegneristico e l’amministrativista, il consigliere di Oltre prosegue la sua esposizione della tesi accademica scritta di suo pugno: “In vista di una riapertura del doppio senso di circolazione in tale tratto della SS18 sarebbe necessaria una modifica all’infrastruttura per soddisfare i criteri della normativa. Dunque, pur volendo eliminare un marciapiede, cosa già di per sé incompatibile con il D.M. 263/89, sostanzialmente sarebbero necessari 3.50m + 3.50 m per le due corsie, + 0.50 m per ognuna delle due banchine, +1.50 m (minimo) per il marciapiede, per un totale di 9 metri e mezzo di ampiezza. Tali modifiche rappresenterebbero un riadeguamento della viabilità. Dunque, ad horas non è possibile rendere la strada a doppio senso di circolazione per gli autoveicoli”. Il consigliere Pessolano precisa che le sue argomentazioni accademiche non sono frutto di un semplice interesse personale per la salvaguardia dei parcheggi, per cui adotta lo stesso stile anche per discutere del tema ciclabili: “Differente il discorso sulla bikeline, relativamente alla quale si sta dibattendo molto nelle ultime ore: anche se fosse costruita soltanto in una formula monodirezionale, occorrerebbe per la stessa un’ampiezza di un metro e mezzo. Per realizzare una pista ciclabile servono, invece, due metri e cinquanta, con una parte ulteriore “franca” di 50 centimetri, che possa fungere da cordolo. Elementi, questi, che vista l’ampiezza attuale della strada rendono difficilmente percorribile anche questa tipologia di proposta. Nel caso in cui siano apportate modifiche significative alla strada, pur essendo quest’ultima decisamente vetusta (costruita prima del 1930, ndr) queste andrebbero comunque rese nel rispetto normativa vigente, che è particolarmente stringente”. La difesa del patrimonio storico-artistico è infatti un tema centrale di cui gli ingegneri dell’architettura e dell’urbanistica si fanno carico da sempre. “A rendere ulteriormente inattuabile la scelta del doppio senso in ogni sua forma – conclude Pessolano – sarebbe la necessità di abolire la sosta lungo la strada, perdendo numerosi posti auto. In alternativa, si dovrebbero ricavare ulteriori due metri e mezzo di banchina. Ultimo aspetto, non meno importante, sarebbe lo spostamento anche dell’intero impianto di pubblica illuminazione, tenendo conto del build out sporgente che rappresenta la base dei lampioni presenti lungo l’arteria. Un’opera, quest’ultima, che richiederebbe il sostenimento di costi notevoli (anche 4-5000 euro per ogni palo): è dunque inopportuno anche economicamente attuare le modifiche prospettate”. La battaglia per la salvaguardia dei posti auto in zona è da sempre tema caro al consigliere Pessolano, col quale è giusto complimentarsi per l’abilità discorsiva mostrata su un tema tecnico sicuramente non di facile competenza per un giurista e/o un carabiniere. Se ne ricorda la storia, visto che lotta per la salvaguardia dei posti auto il consigliere è impegnato sin dalla sua prima consiliatura, a partire dal 2016, quando fu candidato ed eletto con la lista “Salerno per i giovani”. La battaglia, sul tema, col consigliere di opposizione Roberto Celano è storia nota. Ed è storia perché nulla fu fatto. E lo è stato, impegnato, a tal punto da aver anche cambiato idea sulla vicina piazza Alario, quando non intervenne sui lavori per la creazione di box auto privati (altri posti auto, nulla quaestio) ma annunciò di aver cambiato idea e di voler appoggiare il comitato “Salviamo piazza Alario” quando fu proposto di creare un piccolo parco giochi per i bambini del circondario. Le priorità sono priorità.





