Salerno, Costa azzurra? Si ride per non piangere - Le Cronache Salerno

di Alessandro Turchi, Presidente di Salerno Migliore

Fontane luminose, ripascimenti, nuove spiagge, Salerno sugli altari, che prova a insidiare la Costa Azzurra, con Nizza, Montecarlo e Saint Tropez che ci faranno un baffo fra qualche tempo, visto anche l’aumento dei posti barca previsto nella nostra città. Una città dei sogni, una attesa messianica di ciò che dovrebbe essere e non è mai. Può bastare questa fantasmagoria di progetti e annunci mirabolanti al popolo cittadino? A quei cittadini per tanti anni abbandonati in attesa dell’eden che è sempre di là da venire? Si certo, agli annunci e alle inaugurazioni si accompagnano qualche striscia pedonale rinfrescata, le promesse di semafori “intelligenti”, mirabolanti nuovi investimenti per ospedali, palazzetti dello sport e altre opere pubbliche faraoniche che chissà se verranno mai iniziate o completate. Ma intanto la città si svuota, mentre la nuova cementificazione ci “apparecchia” uno scenario nuovo con la costruzione di palazzoni che forse nessuno andrà ad abitare, mentre la nostra Salerno è sempre più ad un bivio fra quello che era e quello che mai sarà, forse, con un turismo raffazzonato, improvvisato e senza programmazione. “Arricchitevi”, ebbe a dire qualcuno all’inizio del “trentennio”, arricchitevi, prendete tutto quello che si può prendere, non importa come, non importa dove, l’importante era che gli amici degli amici, i portatori del consenso, potessero agire in spregio a una qualsiasi programmazione, senza progetti di medio e lungo termine, in assenza di una vision della città che non c’è mai stata. Oggi si parla del cosiddetto ripascimento, ovviamente senza servizi, senza docce, senza accesso per i disabili, veri e propri spazi di “libera uscita”, che poi non è un ripascimento, ma la creazione di spiagge ex novo, una azione già prevista da Oriol Bohigas nel 1994, più di 30 anni fa. Oggi pare finalmente realizzato, speriamo in modo strutturale, senza lavori lasciati a metà, senza previsione di servizi, senza una visione giusta per la nostra città, troppe volte deturpata da opere incompiute. Stiamo ancora aspettando il ripristino di Piazza Cavour, da tredici anni testimone di un modo di operare inconcludente, stiamo ancora aspettando di capire la reale tenuta di Piazza della Libertà, siamo in attesa di comprendere come il porto commerciale finirà di invadere, deturpandola, la città. Tante attese, tante promesse, e nel frattempo inaugurazioni, annunci e conferenze stampa, mentre la città langue in un costante stato di abbandono per le cose che realmente servono ai cittadini. E intanto i nostri giovani se ne vanno, hanno compreso prima di tutti gli altri che questa è una città non per loro, a meno di non volersi accontentare degli spritz serali e della possibilità di parcheggiare i motorini ovunque, sui marciapiedi, sulle strisce, sui passaggi per i disabili. Una città che non è per i giovani e tantomeno per i giovanissimi, è di pochi giorni fa la nostra inchiesta sui parchi e giardini pubblici della città. Con attrezzature e giochi, quando ci sono, abbandonati o senza manutenzione e senza cura. E’ sempre la città dei furbetti, ed i giovani, che sanno e possono fare paragoni con altre realtà, hanno compreso che non fa per loro,. Questa è la città che vive alla giornata, che non programma, in cui tutto è all’insegna delle “grandi opere”, realizzate o solo annunciate, servizi zero, vivibilità zero, e non lo si apprende solo dalle statistiche impietose del Sole 24 ore, ma lo si tocca con mano ogni giorno nel vivere quotidiano. Sporcizia, degrado, zero cura per tutto ciò che viene inaugurato in pompa magna e poi lasciato a se stesso. Si, è facile dare le colpe ai cittadini, alla loro rassegnazione e, spesso, alla inciviltà, ma questo è lo stato delle cose.