Il Cimitero, o Camposanto, è il luogo del dolore e del ricordo. In realtà, è soprattutto il luogo del dialogo, anche se a una voce. Dinanzi al proprio caro, ciascuno confessa le sue colpe, racconta i suoi dolori, elenca i suoi tanti sacrifici, esprime i suoi diversi bisogni. E, contemporaneamente, chiede intercessione, aiuto, protezione, consiglio, per superare le difficoltà quotidiane, per sostenere prove decisive, per fare scelte importanti. Ci si confessa con onestà, come non si fa davanti a nessun altro. Non c’è la possibilità di fare discorsi ipocriti, falsi, di vanagloria, perché chi ascolta, sa già tutto. E, sa la verità. Per tutto questo, la visita ai defunti, sia pure fugace o occasionale, anche solo nella ricorrenza ad essi dedicata, rappresenta una necessità psicologica, un bisogno emozionale e, se proprio si vuol dire, costituisce un diritto che spetta ad un qualsiasi esponente di una qualsiasi Comunità. Compete agli Enti Locali provvedere ad agevolare tali incontri mettendo a disposizione strutture Cimiteriali dignitose, per chi le ‘abita’ e per chi le visita. In realtà, è così dappertutto, salvo casi davvero estremi, che spesso hanno avuto risalto nazionale. Purtroppo, sembra che anche il nostro Camposanto di Brignano non sia immune da criticità. Le foto allegate sono state inviate da un cittadino ‘indignato’ che lamenta le difficoltà di accesso al luogo nel quale riposa una persona a lui cara. Ha osservato, in primo luogo, che la Cappella all’ingresso, dopo lo scalone di accesso (foto 1), benché esteriormente integra, risulta in realtà degradata e abbandonata avendone ‘spiato’ l’interno da fessure presenti nella parte posteriore. Nell’immagine successiva (foto 2), ha indicato con una freccia rossa la parte del Cimitero, sulla sinistra, chiusa da tempo con transenne che dovrebbero impedire ogni accesso (foto 3). Si tratta proprio della porzione di suo interesse. Ovviamente, egli ha detto di aver sempre oltrepassato quelle barriere, che appaiono davvero superabili, come hanno fatto, e fanno, tanti altri cittadini. Gli scatti ulteriori espongono tutta la pericolosità di quel luogo. Marmi sfondati o rotti, attacchi per passaggi elettrici privi di protezione, fili penzolanti di varia natura, calcinacci, sporcizia imperante. In sostanza, il diritto alla ‘visita’ sembra davvero ostacolato, se non proprio impedito. Il responsabile della struttura dovrebbe esserne informato. E, quindi: “perché non ha provveduto”? Altre foto mostrano, poi, i loculi realizzati in una struttura vicina, tuttora non completati e immersi, egualmente, nel degrado e nella sporcizia. Molto spesso, Salerno è dichiarata località confrontabile con altre realtà che sono a tutti note per le loro qualità e nelle quali, magari, piacerebbe anche vivere. Eppure, le differenze appaiono davvero siderali, chiare e oggettive, non frutto di fantasie malsane. Molte denunce hanno comprovato ampiamente, in questi ultimi mesi, le condizioni effettive della nostra Città nella quale è andato praticamente distrutto il verde della Villa Comunale, sono state lasciate morire assiderate le aiuole e i giardini, quattro delfini delle fontane di Piazza Conforti e di Piazza del Campo sono rimasti ancora senz’acqua, sono stati accolti ‘meravigliati’ turisti con l’offerta di strade dissestate, con il sudiciume nel Centro Storico, con l’abbandono dei monumenti, con servizi igienici indecenti e insalubri, con le blatte in libera uscita, con le fiamme in giro sui colli e con le esplosioni di fiumi di fango nel mare tra carcasse di topi e di tanto altro. In verità, è davvero incomprensibile il motivo che può indurre taluno a sostenere l’insostenibile, mortificando l’intelligenza dei cittadini, oltre che la propria. Chi propone impossibili confronti, con Saint Tropez e Barcellone, o non c’è mai stato, o prende per i fondelli chi è disposto a credere. E, meno male che il Cimitero non è luogo per turisti perché, con la sua visita, si sarebbe chiuso il cerchio della vita. Uno squilibrio finanziario mostruoso accompagna tutto questo. Una domanda: “alla vista di tali squalificanti situazioni oggettive, quella massa di soldi che costituisce il Disavanzo, a cosa è stata destinata”? E, malgrado ciò, si sente ancora parlare di interventi milionari per altre opere che non sembrano volte a soddisfare i bisogni immediati dei cittadini, risolvibili con modesti impegni di spesa. Un ritorno alla progettualità a misura della Città, non dimensionata alle tasche di chi partecipa alle gare, appare una vera necessità. Pensare di realizzare opere da ‘fiore all’occhiello’ per un abito da cerimonia sarebbe anche gradito, ma dovremmo almeno avere l’intimo al di sotto. E, l’abito da cerimonia, sopra. Purtroppo, non ci sono. Chissà cosa avrà fatto, in vita, il caro congiunto del cittadino indignato. Potrebbe essere stata una persona ‘comune’, vissuta tra le difficoltà e le ristrettezze di una Città priva di quelle qualità di cui si fregia. Magari, avrebbe auspicato di averla dopo, la qualità, con una degna sepoltura. Neppure quella. Per le foto pubblicate nei giorni scorsi, ai responsabili di quelle rovine è stato rivolto l’invito a VERGOGNARSI quattro volte. Adesso, dovrebbero vergognarsi, una quinta volta, per le condizioni di un luogo sacro nel quale, a diverse centinaia di cittadini, viene negato il diritto al ricordo e al dialogo. VERGOGNA, cinque volte VERGOGNA.
Ali per la Città, Gruppo Civico; Futura Salerno, Associazione Civica; Salviamo gli Alberi, Gruppo Civico