Salerno. Bilancio di previsione 2025 in consiglio - Le Cronache Salerno
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Salerno. Bilancio di previsione 2025 in consiglio

Salerno. Bilancio di previsione 2025 in consiglio

di Alfonso Malangone*

Adesso, sappiamo che il provvedimento governativo a favore delle nove Città che hanno aderito al ‘piano aiuti’ assegna a Salerno un contributo in quote annuali, fino al 2033, di € 70,3milioni (al netto della prima rata di € 9,9m erogata lo scorso anno). Sappiamo anche che, degli originari € 169,9milioni di Disavanzo da coprire, restano oggi € 117,5m di cui solo € 47,2m da onorare con i soldi dei cittadini (117,5-70,3). Benissimo. Sia consentita una domanda: “perché su un argomento così rilevante non è stata diffusa alcuna informazione pubblica?” Peraltro, neppure ce n’è traccia nel Bilancio di Previsione 2025 nel quale, salvo errore, è presente solo una breve citazione tra le voci delle Entrate del Titolo IV, quelle in Conto Capitale. Nulla è detto, infine, anche nella delibera di conferma dell’addizionale Irpef all’1,1% per l’anno 2025. In sostanza, è mancata, e manca tuttora, una riflessione sul provvedimento, sui positivi effetti in favore degli equilibri finanziari e del Disavanzo, nonché sul possibile ricalcolo delle rate di rimborso. Così, forse è opportuno parlarne e fare qualche conto esemplificativo. Il contratto per il ‘piano aiuti’, stipulato nel 2022, prevede un rientro con scadenza 2044(!) mediante quote annuali da coprire con aumenti dell’imposizione, con vendite di beni, con riduzioni delle spese, con recuperi sugli abnormi crediti per cartelle, fitti, multe e verbali che, a fine 2023, sommavano per almeno € 235,0milioni. Secondo il prospetto contabile allegato all’atto, entro il 2033, cioè nello stesso arco temporale dell’erogazione del sostegno governativo, il Comune dovrà recuperare € 109.298.967,67 e altri € 9.266.093,86 dal 2034 al 2044. In definitiva, il totale degli incassi sarà pari a € 188,9milioni (109,3+9,3+70,3), ben € 71,4m in più del Disavanzo odierno di € 117,5m (188.9-117.5). Sono tanti, anche se fossero noccioline. Una prima domanda: “perché incassare una somma in esubero?” Poi: “togliere tutti questi soldi ai cittadini non costituisce un danno per le loro vite?” E, ancora: “come può la Città riprendere vitalità in presenza di tali pesanti sottrazioni?” E, infine: “perché non si provvede, da subito, a modificare al ribasso il piano di rientro riducendo il peso dell’imposizione?” Si confida in una risposta, anche perché nella stesura del Bilancio di Previsione 2025 nulla è mutato rispetto all’originaria impostazione del rientro. Eppure, qualcosa si può davvero fare in forza della seguente norma di garanzia inserita nell’art. 5 del contratto aiuti: “Ferme restando le scelte strutturali ed organizzative finalizzate al riequilibrio strutturale dell’ente, il Comune di Salerno può, previa deliberazione del Consiglio Comunale, proporre una diversa rimodulazione delle misure da adottare e aggiornare, di conseguenza, il cronoprogramma”. Cioè, in presenza di una consistente diminuzione del rimborso, ridotto ‘solo’ a € 47,2milioni fino al 2033, come detto sopra, le quote annuali da rimborsare potrebbero essere tagliate a circa € 5,0m applicando minori prelievi e bloccando le vendite del patrimonio per eseguire una preliminare selezione degli immobili da valorizzare, nel senso ‘buono’, a favore della Comunità. A tale riguardo, è indubbio che i ‘nuovi’ numeri del Bilancio offrono tutto il tempo per l’elaborazione di progetti convergenti, si dice anche sinergici, volti a consentire alla Città di riprendere il cammino investendo sulle ricchezze della sua identità e sfruttando la forza della sua vocazione. In tutto questo, ciò che davvero sorprende è la particolare ‘filosofia’ seguita nella quantificazione dei movimenti PER CASSA del Bilancio di Previsione 2025, da deliberare in Consiglio a breve, nel quale una visione ‘depressiva’, sul versante delle Entrate, coesiste con una incredibile visione ‘espansiva’, su quello delle Spese. In verità, con questi presupposti, qualche dubbio pure viene sulla presenza di una piena consapevolezza circa la necessità di far convivere le esigenze personali dei cittadini con quelle del Bilancio da risanare. Nel dettaglio, le Entrate di natura tributaria ed extra-tributaria sono previste pari a € 223,2milioni, cioè € 41,8m in più rispetto a € 181,4m registrati dal sistema SIOPE del MEF nel 2024 che, a loro volta, furono superiori di € 26,3m sui dati 2023 di € 155,1m. Cioè, in due anni, sarebbero prelevati dalle tasche dei cittadini ben € 68,1m (41,8+26,3). Davvero uno sproposito. Sono prelievi ‘depressivi’ a danno dei consumi, degli investimenti familiari, dello studio dei giovani, dello svago. Poi, con l’aggiunta dei trasferimenti ordinari statali, ipotizzati pari a € 64,0milioni, le somme disponibili per sostenere le spese correnti salirebbero a € 287,2m, + € 75,0m sul 2024, € 212,2m, già superiori di € 27,1m sul 2023, € 185,1m. In conclusione. le Entrate PER CASSA aumenterebbero di € 102,1milioni tra il 2023 e il 2025 (75,0+27,1). Mostruoso! A fronte, è stato previsto un aumento delle Spese correnti a € 257,6milioni, sempre PER CASSA, rispetto al dato di € 181,3m del 2024, + € 76,3m, già superiore al 2023 di € 173,5m, + € 7,8m. Quindi, in due anni, ci sarebbe un incremento smisurato delle spese pari a € 84,1m (76,3+7,8). Una domanda: “ma, col decreto aiuti, non dovremmo contenere le spese?” Cioè: “quale criterio ha guidato l’impostazione del documento?” E, comunque, se è vero che l’esame storico dei Bilanci dimostra che la previsione può essere una vera e propria ‘fantasia’ e che i dati del consuntivo hanno sempre sconfessato i valori immaginati, è anche vero che, in un contesto così complicato, sarebbe stato opportuno adottare una più cautelativa impostazione progettuale. Forse, sarebbe giusto spiegare come si è arrivati a questi numeri. Detto ciò, è indubbio che la copertura al 60% del Disavanzo offerta dal contributo statale (70.3:117,5) costituisce una grande opportunità per attuare una necessaria sistemazione delle grandezze finanziarie del Bilancio. Potrebbe favorire, in particolare, il riaccertamento dei Residui Attivi nel rispetto delle disposizioni della Corte dei Conti, con la cancellazione delle partite vecchie di più di cinque anni, e una maggiore cautela nella quantificazione dei Fondi di Accantonamento per rischi e oneri. Se così fosse grazie anche a più stringenti verifiche dell’Organo di Revisione, in futuro sarebbe davvero possibile approvare Bilanci impeccabili, non apparentemente sghembi, e quantificare il Disavanzo con la massima trasparenza. Sempreché, ovviamente, non ci siano altri ‘scheletri’ per i quali dovesse essere necessario mantenere la tassazione ai più alti livelli, non essendo sufficienti, neppure quei contributi, a garantire il ripristino della ‘serenità’ nella gestione. Il Bilancio è il documento fondamentare di ogni Amministrazione, per quanto antipatico e complesso possa essere l’argomento. Dai suoi numeri dipende la felicità dei cittadini e dai sui equilibri il futuro dell’intera Città. Purtroppo, l’andamento degli ultimi anni dimostra quali gravi conseguenze sono state poste a carico della Comunità da prospetti sostenuti tenuti in piedi con gli ‘spilli’ ma definiti solidi e in equilibrio. Adesso, è tempo di dire BASTA. Ripulire il documento è un imperativo assoluto se davvero si intende ripristinare un rapporto di fiducia. Perdere questa occasione, sarebbe davvero intollerabile. Per amore di Salerno: “fermatevi”. Questa Città ha bisogno di amore. *Ali per la Città