di Fabio Setta
In queste prime sette gare di campionato la Salernitana ha segnato, infatti, soltanto sette reti, cinque delle quali concentrate nei match contro Lecce e Padova. Per ben tre volte Jallow e compagni sono rimasti all’asciutto. Un dato sicuramente poco positivo. Meno dei granata hanno segnato soltanto Perugia, Ascoli, Venezia, Livorno che hanno giocato solo sei gare e il Cosenza. Del reparto offensivo hanno segnato solo Bocalon a Lecce e Jallow in casa contro il Verona. Ancora a secco uno dei pezzi pregiati del mercato granata, ovvero quel Milan Djuric da cui era lecito aspettarsi qualcosa di più. Va detto che il bosniaco non è mai stato un vero e proprio bomber. In carriera, infatti, non è mai andato in doppia cifra e nella scorsa stagione con il Bristol City ha realizzato solo tre gol, l’ultimo dei quali il 14 aprile sul campo del Middlesbrough. Un lungo digiuno che l’attaccante granata spera di riuscire a interrompere presto. Fin qui nelle sette gare giocate con la maglia granata, Djuric raramente si è reso pericoloso. In tutto avrà avuto due o tre occasioni per segnare, una delle quali clamorosa contro l’Ascoli sotto la curva sud. Le sue caratteristiche lo portano spesso a giocare, infatti, spalle alla porta e per questo motivo viene usato soprattutto per le sponde e per aprire gli spazi agli inserimenti dei compagni sia di reparto sia di centrocampo. C’è da dire che, magari, servito con cross dal fondo, magari Djuric, con i suoi centimetri, potrebbe divenire immarcabile sui palloni aerei. e anche su quest’aspetto Colantuono sta lavorando tanto in questi allenamenti durante la sosta del campionato. Fondamentale può essere in tal senso il recupero di Davide Di Gennaro, che ha la capacità di pennellare palloni deliziosi per gli attaccanti ma anche il lavoro degli esterni di centrocampo. Se mentalizzati ad offendere che siano Anderson o Casasola o Vitale o Pucino sarebbero sicuramente in grado di mettere al centro quei palloni per Djuric che non aspetta altro che sbloccarsi e magari provare a raggiungere quella doppia cifra mai toccata in carriera e ritrovare magari anche la nazionale perduta.