di Erika Noschese
Da consigliere comunale a sindaco, poi nel 2001 l’elezione alla Camera dei Deputati e, con il governo Prodi II, il ruolo di Sottosegretario al Ministero dei Trasporti. Per Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità Portuale Mar Tirreno centrale, è un ritorno alle origini e oggi è candidato alla carica di sindaco a San Marzano sul Sarno, un territorio al quale – dice – «devo tutto». Candidato sindaco per la città di San Marzano sul Sarno perché la scelta di scendere in campo in prima persona? «Cercavo di essere elemento di raccordo, un po’ per l’esperienza e un po’ per tanti altri motivi con una gran parte della società civile e politica di San Marzano. Ho cercato di raccordare un po’, mettermi a disposizione per far rinascere questa cittadina e l’ho fatto nello spirito di un’ampia collaborazione; alla fine, sono rimasto io in campo come sintesi, non ho potuto rinunciare e lo faccio con grande entusiasmo. Ritorno alle mie origini: a questa città devo tutto, sono partito da lì come consigliere comunale, poi come sindaco e oggi torno nuovamente in campo. Mi sono sentito in dovere di dare una mano ad una comunità che, sul tema sociale e occupazionale, veramente è in grande difficoltà». Una città che esce da un commissariamento, un momento difficile per la comunità. Quali, secondo lei, le priorità? «Le priorità sono la sicurezza, la vivibilità che comprende preoccupazione; un comune che dovrebbe cominciare a parlare non solo ai comuni dell’agro nocerino sarnese ma guardo oltre, ai 42 comuni per disciplinare la Dop San Marzano con il suo pomodoro che Bruxelles, nel 2009, concesse ad un territorio vastissimo che da Napoli va a Salerno: sono terreni che hanno due diverse profondità, uno strato di Lapillo e questo spiega il parchè il San Marzano è il pomodoro più buono. In sintesi, parliamo di due strati di Lapillo e sono le due eruzioni del Vesuvio: del 79 dopo Cristo quelle di Pompei e quella del 1944; due strati di Lapillo a diverse profondità, intervallati da strati di terreno, che hanno dato e danno fertilità enorme a tutto ciò che si produce qui, a cominciare dal pomodoro. Assurdo non mettersi tutti insieme, non solo questi 42 comuni ma abbracciando anche le aree metropolitane di Napoli e Salerno; paesi di 10.000 abitanti, di cinquanta e di 100.000 allo stesso tavolo perché con l’Europa e con queste possibilità e le Zes, un collegamento sulla logistica per cui io sono da vent’anni in campo. Parliamo di territori che sono mal collegati, paesini che spesso non hanno la possibilità di essere raggiunti facilmente da altri altri comuni e viceversa; le università un po’ lontane nonostante i 20 chilometri. C’è tanto da fare sul piano della sicurezza, della vivibilità, sul piano dei trasporti, l’occupazione e dare quanto più possibile una mano ai tanti giovani che con diverse startup riescono ad essere innovativi però sempre in un’ottica di lavoro intercomunale, da soli non si va da nessuna parte». Rinuncerà all’Autorità Portuale in caso di vittoria? «No, non lo farò mai, continuerò a lavorare. Non c’è nessun incompatibilità, per quale motivo dovrei rinunciare? Vuol dire che sacrifico il mio tempo tempo libero. Sono da vent’anni all’interno delle autorità, riesco a gestire bene e in ogni caso è già tracciato lo sviluppo: mi preoccupava molto il Pnrr ma siamo tra i primi in Italia con circa 700 milioni di euro che stiamo spendendo; abbiamo rispettato tutte le scadenze del governo nazionale, è tutto avviato, per cui voglio il tempo per il comune c’è senza tralasciare nulla». Amministrative ma anche Europee. Secondo lei oggi è possibile la sfida di avere più Mezzogiorno in Europa, rimettere il sud in una posizione centrale? «Certo, come no. Questa è una bella cosa: più Mezzogiorno. Ne abbiamo parlato a Napoli a Villa Pignatelli con Aspen: c’erano 30 persone e abbiamo parlato di più meridione. Se ne è parlato ad un livello alto, c’era il sindaco di Napoli Manfredi e ne ha parlato Carlo Borromeo, un parterre importantissimo». Un caso di vittoria, quale sarà il suo primo atto da sindaco? «Le prime cose da fare? Cominciare a risolvere i problemi che riguardano la convivenza, la sicurezza mentre partono i grandi progetti. Credo che fondamentale siano le manutenzioni, la cosa più semplice. Manutenzione e sicurezza sono cose che si devono fare subito, solo così si può ricominciare a parlare di sviluppo economico e riaprire la città. Noi abbiamo scelto come motto “vivi la città” perché non si vive più, è una città spenta per diversi motivi. Quindi i primi atti sono quelli che vanno in questa direzione, far rivivere la città. Bisogna mettere a punto tutte le strutture realizzate durante il mio periodo, sono da rivedere perché in stato di abbandono. I cittadini devono tornare ad essere protagonisti, come quando io ero sindaco; i cittadini ci vivono una vita, devono essere loro i protagonisti».