Uniamo San Cipriano Picentino, basta divisioni: è il grido della piazza che ieri, in massa, ha accolto il candidato sindaco Attilio Naddeo. Una presenza massiccia, importante che non si è risparmiata e ha più volte chiesto a Naddeo di tornare, con Forza Democratica, alla guida del Comune. Quel Comune che per anni ha egregiamente gestito. Un Comune che ha lasciato senza debiti e che oggi riprenderebbe con oltre 5 milioni di debiti. «Per almeno un anno verseremo lacrime e sangue ma sappiamo di poter governare e sappiamo di poter lavorare bene», ha esordito Naddeo, il sindaco perbene. Dal palco di San Cipriano capoluogo il candidato sindaco e i candidati al consiglio comunale hanno snocciolato, ancora una volta, i punti principali del loro programma elettorale.
Un programma suddiviso in cinque punti che mira a non trascurare alcuna categoria, a dare ascolto e sostegno a tutti, dagli agricoltori agli imprenditori, passando per gli oss, i diversamente abili, i giovani, i bambini, gli anziani. «Abbiamo dimostrato di saper fare la campagna elettorale, abbiamo dimostrato di avere una lista composta da gente esperta, persone capaci e siamo tutti realizzati nella vita ma ci accomuna la passione per la politica. Con questo disastro amministrativo non potevamo venir meglio all’appello e alla richiesta dei tanti miei concittadini che ci hanno chiesto di ritornare alla guida del Paese – ha dichiarato Naddeo – Dario (Noschese, ndr) è un bravo amministratore, siamo persone perbene, sappiamo farci strada. Luigi (Sica, ndr) è un imprenditore ambientalista, filantropo, lavora con amore e passione e metterà le sue idee a disposizione dell’amministrazione. Noi lavoriamo con le idee, progetti che realizzeremo perché sappiamo fare bene il nostro lavoro. Noi vogliamo volare alto con il nostro programma». E poi l’attacco alla sindaca uscente Sonia Alfano: «Non ci sono opere pubbliche lasciate in eredità, noi non abbiamo lasciato debiti mentre il Comune ha debiti importanti e quando c’è stato il confronto parlavano come del nulla ma la verità è che ce li porteremo per oltre 30 anni, saranno lacrime e sangue perché sono debiti non coperti e oggi si spacciano per grandi amministratori». A salire sul palco anche il consigliere uscente Dario Noschese, commosso dinanzi alla folla che gridava il suo nome e lo incitava a non mollare, nonostante le accuse lanciate dagli avversari politici in questi giorni: «sono stati cinque anni duri per noi ma non ci facciamo condizionare dalle volgarità proferite in questa piazza e noi vi chiediamo scusa perché San Cipriano non era mai sceso ad un livello così basso. Attilio ha dimostrato di poter essere il sindaco di tutti quanti noi, lo ha dimostrato quando ha già governato questo Comune ma deve essere recuperato il senso di comunità che è venuto a mancare in questi anni. Dobbiamo ripartire dai centri di aggregazione per questo anni dopo 15 anni di desertificazione. A noi il compito di riannodare i fili, ognuno di noi è sceso in campo per dare un contributo a San Cipriano Picentino in maniera spassionata; andiamo avanti, non ci facciamo fermare da insinuazioni, parole al vento. Chi ha tradito lo spirito di quel progetto, di quella lista non siamo noi ma qualcun altro e oggi si ripresentano per l’ambizione di fare il sindaco di San Cipriano, condizionando le elezioni». A presentare il progetto di riqualificazione dell’ex asilo nido Amato l’imprenditore Luigi Sica che nei giorni scorsi, con la squadra di Forza Democratica, ha effettuato un sopralluogo. L’ex asilo nido oggi vanta l’interesse di un imprenditore romano che si è già messo in contatto con la famiglia per presentare il progetto che intende mettere in campo: «la nostra è una idea giusta che mette insieme la famiglia e un imprenditore che da sempre si occupa di Rsa e avrebbe la possibilità di lavorare in maniera concreta sul nostro territorio.
San Cipriano avrà occupazione e lavoro per i nostri giovani e un asilo gratuito per 30 bambini – ha spiegato Sica dal palco – Abbiamo messo in contatto chi fa questo per lavoro e la proprietà perché noi abbiamo progetti seri». L’imprenditore sanciprianese ha più volte ricordato i motivi della sua scelta: «ho scelto di seguire Attilio Naddeo, di mettere da parte l’azienda, di mettere da parte la volontà di mia moglie per riportare San Cipriano agli antichi splendori. Mi candido perché me l’ha chiesto Attilio, a lui devo tutto ma soprattutto lo faccio, e lo facciamo, perchè il disastro del Comune è sotto gli occhi di tutti: opere pubbliche iniziate e mai concluse, una piazza con lavori fermi da circa un anno e illuminazione inesistente, oltre cinque milioni di debiti, concorsi bloccati, tasse comunali alle stelle». Proprio dal palco di San Cipriano Capoluogo Sica ha lanciato un allarme concreto: la banca è a rischio chiusura dopo la decisione di essere aperta al pubblico solo tre volte la settimana: «hanno mandato le lettere di disdetta perché la banca la vogliono chiudere entro dicembre e cosa ha fatto l’attuale amministrazione? Nulla».