di Erika Noschese
Il pronto soccorso dell’ospedale Ruggi d’Aragona, sempre più spesso, diventa centro privato per le analisi. È quanto sarebbe stato denunciato ai Nas di Salerno nei giorni scorsi da parte di addetti ai lavori che pochi giorni fa hanno sporto regolare denuncia per una serie di episodi che, ancora una volta, mettono nel vortice della polemica il pronto soccorso dell’azienda ospedaliera universitaria, guidata dal dottor Vincenzo D’Amato. Secondo quanto emerso, infatti, diversi gli episodi anche di minacce e aggressioni verbali da parte di un medico nei confronti di alcuni dipendenti e di personale infermieristico che spesso prova a mettere ordine al presidio ospedaliere, debellando tutto ciò che ancora oggi non va. Proprio uno degli infermieri nei giorni scorsi si sarebbe recato in pronto soccorso a causa di un brutto dolore alla schiena, chiedendo ai colleghi la somministrazione di un medicinale e proprio in quel momento sarebbe entrato il medico, chiedendogli di lasciare nell’immediato il pronto soccorso, intenzionato a consumare la cena prima di recarsi a far visita ai pazienti ricoverati in pronto soccorso e in attesa di accertamenti e chiarimenti da parte del personale medico di turno. Fatti questi che, stando alla denuncia, sarebbero stati riferiti al direttore medico di presidio, il dottor Walter Longanella che dal canto suo avrebbe chiesto come della relazione, successivamente presentata ai Nas per capire l’accaduto. Ad oggi, però, da parte del dottor Longanella non sembra esserci ancora una presa di posizione reale nonostante i fatti raccontati in modo dettagliato. Come se non bastasse, all’interno del pronto soccorso sempre più spesso i medici portano con se delle provette di sangue per farle analizzare. Provette provenienti dall’esterno in quanto – stando alla denuncia – sarebbero proprio i medici ad effettuare le analisi ai loro parenti e/o congiunti per poi portarli in ospedale per i risultati. Pazienti che, dunque, non sono fisicamente in pronto soccorso ma che vengono regolarmente registrate, quasi sempre risultando ricoverate in codice giallo. Proprio uno degli infermieri, accortosi dell’accaduto e della mancata presenza della paziente in pronto soccorso, ha provveduto a chiamare il 112, chiedendo l’invio di una pattuglia sul posto, mai giunta in ospedale. Da lì, dunque, la decisione di rivolgersi a Nas per fare chiarezza sull’accaduto. Ora, si dovrà capire quale direzione prenderà l’inchiesta e se, magari, si ascolterà non solo il medico interessato ma anche i colleghi di turno in quel giorno, per provare ad accertare l’esatta dinamica dei fatti.