di Arturo Calabrese
L’ospedale di comunità di Roccadaspide è stato inaugurato ad aprile dell’anno in corso. C’erano tutti, dal presidente della Regione Vincenzo De Luca al sindaco Gabriele Iuliano i quali, con grandi sorrisi, hanno tagliato il nastro. Ma da allora ad oggi nulla è cambiato.
Una denuncia che arriva dal sindacato Nursind di Biagio Tomasco. «Non possiamo tollerare che il personale destinato all’ospedale di comunità venga “parcheggiato” temporaneamente in altre strutture senza un piano chiaro, soprattutto quando la situazione nei reparti ospedalieri dell’Asl è al limite – dice il segretario generale – siamo di fronte a una gestione del personale che, anziché alleggerire i reparti in sofferenza, spreca risorse già disponibili.
È inaccettabile che, a distanza di mesi dall’inaugurazione, non si abbia ancora un quadro preciso sui motivi che impediscono l’apertura della struttura».
Secondo il Nursind, la mancata operatività dell’ospedale di comunità potrebbe essere dovuta all’assenza di un accordo con i medici di medicina generale, un ostacolo che andrebbe chiarito. Ovviamente da parte di Regione e comune non arrivano chiarimenti in merito, forse troppo impegnati soprattutto in questo periodo su altri fronti. Questo giornale si era già occupato dell’argomento, ma a distanza di qualche mese non ci sono novità sostanziali.
Solo il 30 di aprile, la pagina ufficiale dell’ente fa cenno all’ospedale e anche qui, per puro caso, è nominata la Dervit, la ditta di Vittorio De Rosa, oggi ai domiciliari, finita al centro dell’inchiesta che ha coinvolto Franco Alfieri. La realtà rocchese ha infatti donato all’ospedale un televisore da 55 pollici.
Il legame tra il comune di Roccadaspide e la Dervit, quindi, si è rafforza sempre più, anche con donazioni come quella di cui sopra. Anche Giovanni Aspromonte, coordinatore dell’Asl Salerno per il Nursind provinciale, dice la sua: «Chiediamo trasparenza sui motivi del ritardo e, soprattutto, che il personale attualmente in attesa venga temporaneamente ridistribuito nei reparti ospedalieri che ne hanno bisogno. Sarebbe una scelta logica e responsabile per affrontare le gravi carenze di organico che affliggono l’intera provincia e l’intera Regione».