Ha soli diciannove anni Roberto D’Auria, violinista, figlio d’arte di papà Giovanni clarinettista e direttore preparatore di quella interessante realtà che è la wind orchestra del liceo musicale di Salerno Alfano I, e dopo una carriera musicale in cui ha bruciato le tappe potrà assidersi ad un leggìo quale primo violino di fila dell’orchestra della Rai Radiotelevisione Italiana. La notizia è di domenica sera ed è Roberto, un’altra eccellenza della scuola musicale salernitana, poiché colui il quale gli ha messo il violino in mano è Matteo Gigantino, poi il conseguimento del diploma a solo diciassette anni presso il Conservatorio “D.Cimarosa” di Avellino, con il massimo dei voti, lode e menzione speciale, la trafila degli innumerevoli concorsi che lo hanno salutato classificato Primo Assoluto, il Premio Straordinario per la migliore interpretazione di un brano d’ autore italiano al concorso “Francesco Pavia” di Castel San Giovanni eseguendo il IV Concerto in re minore di Niccolò Paganini, l’argento al celebrato “Andrea Postacchini” di Fermo, il primo premio alla Rassegna d’archi “Mario Benvenuti” di Vittorio Veneto e al concorso “Città di Firenze”. Roberto ha sempre avuto la valigia pronta sotto il letto, si è esibito da solista e camerista ai festival “Aurora Chamber Music” in Vanersborg (Svezia), “Omaggio all’Umbria nei luoghi di Assisi”, “Uto Ughi per Roma”, “Gubbio Summer Festival”, “Europa Musica – Musica fuori centro” in Roma e al “Baronissi Europe Festival” in duo con Oliver Kern e in Quartetto con i Solisti della Filarmonica di Monaco di Baviera. Ha ricoperto il ruolo di concertino dei primi violini nell’orchestra “Goffredo Petrassi” di Roma e nell’orchestra dei quattro conservatori della Campania. E’ membro dell’European Union Youth Orchestra (EUYO). Recente è l’ interpretazione dell’ opera integrale dei concerti per violino di Johann Sebastian Bach, insieme al violinista Fabrizio Falasca e all’Orchestra da Camera Italiana, realizzata nell’affascinante contesto del Duomo di Napoli. E’ stato allievo effettivo dell’ Accademia Chigiana di Siena nella classe di Salvatore Accardo, perfezionandosi con i maestri Dejan Bogdanovic, Fabrizio Von Arx, Aldo Matassa e Felice Cusano. Tra breve il trasferimento a Torino ove forse sarà il più giovane tra i maestri dell’Orchestra. “Il concorso si articolava in tre prove – ci ha raccontato Roberto – una fase preliminare, durante la quale ho suonato dietro un paravento e in perfetto silenzio, poi altre due prove sul palcoscenico dell’auditorium Toscanini e lì ho provato sensazioni ineffabili, un’acustica formidabile, nonostante i minuti per esibirsi e, quindi, per esprimere veramente tutto del proprio sentire musicale, fossero veramente pochi. Poi, quando è risuonato il mio nome quale quinto idoneo, ovvero rientrante tra coloro che avrebbero firmato un contratto a tempo indeterminato, non riuscivo a crederci”. Dal quinto concerto di Wolfang Amadeus Mozart con quella la ricchezza delle immagini, cantabilità tutt’altro che inibita, vivacità ritmica ed energia, la coerenza dell’insieme alla misura del “suono” e alla stabilità – inesausta!- del tempo, agli abbandoni del concerto di Jean Sibelius, di estrema sobrietà, con il violinista estraneo all’esibizione virtuosistica fine a se stesa e ai suoi cascami istrioneschi, come al sentimentalismo. Nella compagine Rai, Roberto non sarà solo, ma troverà un’altra eccellenza tutta salernitana Valerio Iaccio, in forza all’orchestra già da qualche anno. La speranza è poterlo riascoltare presto in città, magari insieme a Valerio, in modo da poter toccare veramente con mano un infinitesimo di cultura internazionale.
Olga Chieffi