di Brigida Vicinanza
Dal centro ai quartieri della Valle dell’Irno, ritorna l’inquinamento delle Fonderie Pisano, dopo soli 3 giorni dalla nuova accensione dei forni, che permetteranno i rilievi dell’Arpac. «Ci troviamo di fronte ad una vera e propria provocazione da parte della Famiglia Pisano che invece di fare atti concreti per delocalizzare l’impianto; invece di predisporre , con fatti e non solo a parole, la costruzione di un nuovo impianto per garantire il lavoro e la salute ai cittadini e agli stessi operai, oltre che per garantire e tutelare l’ambiente, istituisce un numero per segnalare le molestie compiute dal suo obsoleto, inadeguabile opificio industriale, definito vetusto ed incompatibile in più occasioni dalla stessa Magistratura!”. Riparte all’attacco il Comitato salute e vita, che a quasi tre giorni dalla riapertura dell’opificio di Fratte, continua con le segnalazioni ai carabinieri del Noe. Le denunce quindi ripartono, da Fratte a Cappelle fino a Salerno, dove nei pressi della scuola media Tasso, i residenti si sono “barricati” in casi e segnalato forti odori e miasmi in tutto il quartiere. Ai residenti e ai comitati però non va giù la questione “segnalazioni ai Pisano”. Da due giorni è infatti attivo il numero telefonico dove segnalare i disagi e i problemi dovuti all’inquinamento dell’opificio. Al numero telefonico risponderà un perito chimico delle Pisano che richiamerà immediatamente la persona che si è messa in contatto con l’azienda al fine di prendere nota della segnalazione. ”Dobbiamo constatare che sono stati di nuovo tre giorni infernali, e la storia del numero telefonico non regge” ha dichiarato il presidente dell’associazione Lorenzo Forte: “Questa storia del numero telefonico attivo per le segnalazioni che hanno messo in campo i Pisano è solo una provocazione ribadiamo, noi non chiameremo nessuno di loro, che sono i veri responsabili di questa “tortura”. Continueremo a segnalare i disagi e i problemi causati dallo stabilimento al Noe da persone civili e andremo avanti con la Corte Europea, affinché si individuino i reali responsabili. Intanto ci auguriamo che l’Arpac a termine dei controlli possa darci ragione per l’ennesima volta e che rilevi innanzitutto ciò che viviamo quotidianamente”, ha concluso Forte con la sua tesi, appoggiata da un membro del comitato Salvatore Luongo, che ha dichiarato infine: “Qual è l’obiettivo, conoscere il nome e cognome di chi segnala le molestie, i miasmi intollerabili e le polveri nere metalliche, che avvelenano la nostra vita? Sta di fatto che invitiamo la cittadinanza a chiamare gli organi preposti e segnalare le molestie solo alle forze dell’ordine senza rispondere a questa ennesima provocazione. Noi non dimentichiamo le sentenze e chiediamo giustizia piena per accertare tutte le responsabilità”